C’è un curioso gioco del destino che lega la città di mare culla della “scuola genovese” dei cantautori a Giorgio Gaber. Un gioco del destino che si diverte a intrecciare esistenze per un tratto di vita, poi a sparigliare le carte, infine a riannodare i fili, ancora una volta tutto assieme. Il “cantattore” di antica eleganza meneghina con le iniziali “G.G.” ricamate sulla camicia, in quegli anni in cui si portavano maglioni slabbrati ed eskimo, aveva stretto un bel sodalizio con i ragazzi genovesi dell’Assemblea Musicale Teatrale: c’era la voce asprigna di Gian Piero Alloisio, la chitarra dolce o incendiaria,...