«Il recensore è un’altra cosa dal critico, e la sua effimera presenza è legata all’aquilone della politica editoriale» – così avvertiva Virginia Woolf nel 1939. Il suo lavoro sarà svolto (e in molti giornali è già così) da un efficiente funzionario armato di forbici e colla (oggi copia e incolla) chiamato lo Spremitore che farà il riassunto del contenuto. A quel che resta, l’Assaggiatore apporrà un timbro: una stellina (approvazione) o una crocetta (condanna). «Timbro più Spremitura sostituirà il discordante e insensato chiacchiericcio che regna attualmente». Ma questi due possenti volumi targati Aragno pongono interrogativi a loro proporzionali: Samuel Johnson,...