Il sesso degli altri
Costume Lovegiver, l'amore fisico, negato alle persone disabili è promosso dal progetto di assistenza sessuale
Costume Lovegiver, l'amore fisico, negato alle persone disabili è promosso dal progetto di assistenza sessuale
Il contatto sensoriale, l’amore fisico è un bisogno connaturato a ogni essere vivente, un bisogno negato alle persone disabili, che ora rivendicano diritti paritari
Fra le afflizioni esistenziali dei nostri fratelli e sorelle speciali, in primo piano vi sono affettività, corporeità, sensualità dispiegata, sessualità praticata. E se l’educazione all’amore, ai sentimenti, al contatto, al rispetto reciproco è sapere estraneo alla scuola italiana in offesa all’armonico sviluppo della personalità di ciascuno, per gli umani speciali questa assenza diventa confino ed esclusione. Eppure, anche fra loro oggi vanno coagulandosi intelligenze che portano allo scoperto rivendicazioni sacrosante.
Enrica e Adriano, Enza e Max
“Adriano, tu le esperienze le devi fare tutte, se no cosa si vive a fare?” disse un giorno mamma Enrica al figlio tetraplegico, uscendo da un corso di movimento corporeo dove qualcuno le parlò di Max. Max – Maximiliano Ulivieri, classe 1970, neuropatico, docente e formatore in turismo nonché blogger, sposato dal 2009 con Enza, una bella siciliana incontrata sul blog- nel 2013 ebbe un’illuminazione indotta dalle costanti lamentazioni di anime sanguinanti: “…per una setticemia acuta il ragazzo ha subito l’amputazione di mani e piedi, il padre è deceduto la settimana scorsa e si è raccomandato di aiutare il figlio anche sul piano sessuale …”, “un’emorragia cerebrale ha reso mio fratello disabile al 100%, lamenta sempre che gli manca il contatto fisico con una donna…”, “ho 37 anni, affetto da spina bifida, non conosco il corpo femminile e sono timido… ho bisogno di qualcuno con cui parlare, abbracciarsi, accarezzarsi e scoprire…”, “sono padre di un ragazzo affetto da disabilità psichica grave, lo devo aiutare a far fluire l’energia sessuale compressa…”, “ho un figlio di 46 anni che per un incidente stradale ha menomazioni psicofisiche… è isolato, ha una rabbia interiore che lo rende aggressivo… la prolungata repressione delle pulsioni sessuali lo porta pure a minacciarmi…”, “sono una ragazza ventottenne, non voglio morire senza aver provato un orgasmo”.
Max pensò che le giuste lotte delle varie associazioni d’Handicap avevano omesso di rivendicare -per pudore o tabù- la questione centrale dell’eros, nonostante già nel 1993 l’Onu riconoscesse il pieno diritto di tutti gli umani differenti a esprimere la propria sessualità e nel 2006 enunciasse la Dichiarazione dei diritti sessuali, al fine di raggiungere “il più alto livello di salute per tutti” (raccomandazione Oms); e nonostante quanto sancisca la nostra Costituzione agli articoli 2 e 3. Quindi Max fondò a Bologna l’Associazione Lovegiver, con altri scrisse il libro LoveAbility (ed. Erickson, e. 14,50), nel 2014 stilò una proposta di legge col senatore Sergio Lo Giudice, e nel 2017 ha promosso il primo corso in Italia per Operatori all’Emotività e all’Assistenza Sessuale. La proposta di legge non è mai stata calendarizzata in Parlamento, ma Ulivieri e i suoi amici hanno calamitato notevoli attenzioni antagoniste a sonni istituzionali e barriere mentali (eccetto qualche assessore locale o sporadici tentativi in alcune Regioni).
Per il piacere del corpo
LoveGiver distingue fra prostituzione e assistenza sessuale: Fabrizio Quattrini, presidente dell’Istituto di Sessuologia Scientifica: “l’Italia ha regolamentazioni spesso stereotipate, dove il sesso viene visto in chiave solo procreativa, sganciata dal piacere e dal benessere corporeo. La causa non è solo la Chiesa, c’è anche la latitanza dei politici. Il nostro Paese è rimasto indietro in tema di educazione affettiva e sessuale, mancano iniziative per una legislazione generale e poche scuole prevedono corsi”. Un’educazione che farebbe bene a tutti e che contribuirebbe a superare miserie formative, bullismo, prevaricazioni. “In Francia ci sono leggi dal 1975, analogamente nel Nord Europa, invece da noi gli stereotipi continuano a perpetuare ignoranza e inducono paura nei diversi, isolandoli. In una legge quadro sull’educazione emotiva, l’istruzione al rispetto di sé e dei diversi da sé, all’affettività, la gratificazione dei sensi, le necessità del corpo -potrebbero ben rientrare operatori e assistenti sessuali per i diversamente abili… Invece nelle scuole è stata tolta pure l’Educazione Civica”. Viviamo un’epoca di oscurantismo e degrado, “qualcuno interpreta superficialmente l’Associazione LoveGiver come formatrice di prostitute/i ad hoc, ma la ventina di operatori/trici che stiamo preparando sono persone volte a facilitare la scoperta dei sensi per una più alta qualità della vita, entrando in empatia col soggetto, dialogando per intuire specifici canali di approccio, escludendo unicamente il coinvolgimento sentimentale e la penetrazione fisica. Questo tipo di assistenza qualificata non esiste in alcun Paese e porterebbe l’Italia un passo avanti: per noi è essenziale educare a scoprire ed esplorare il corpo, gestire le emozioni e il sesso, percepire il piacere possibilmente attraverso l’autoerotismo”. Uno sblocco dei sensi per uscire dalla gabbia e dal ghetto, un’evoluzione della personalità globale per far danzare in socialità i sentimenti.
Profonda gratitudine
È la compassione genitoriale o di altri intimi misericordiosi che porta al soccorso masturbatorio e carezzevole della sofferenza: Ileana Argentin, ex deputata motulesa, irridendo lo stereotipo corrente che le persone speciali siano angelicamente asessuate, sostiene che “almeno in due famiglie su tre con disabili” si allevia così il bisogno sessuale del congiunto, caricandosi però il drammatico fardello incestuoso. Mentre certuni ricorrono ai sedativi per anestetizzare il desiderio.
Un capitolo di LoveAbility è scritto da Debora De Angelis -studi filosofici e tantrici, già assistente agli anziani, fascinosa operatrice lovegiver- colpita al cuore nel leggere la ventura del noto fisico nucleare Fulvio Frisone (tetraparesi spastica) e ricevendo simultanea richiesta di cura da un suo amico nella stessa condizione: come la battagliera madre di Frisone ha aiutato il figlio nella ricerca d’una soluzione alla indesiderata astinenza sessuale, così Debora ha aiutato il suo amico alla scoperta del nuovo mondo: “alla fine mi sentii davvero bene… perché avevo percepito la sua profonda gratitudine per un’intimità che in seguito avrebbe potuto sperimentare con una compagna di vita”.
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