Per quanto sia poi spesso nutrito di irrefrenabili letture di riviste, cataloghi, libri, il percorso che ci avvince al giardino nasce quasi sempre da una memoria lontana o da un luogo maestro, da un incontro mentore, magari nell’infanzia, spesso da un sogno. E, prima del giardino, sovente l’insight è l’esperienza di «un sentiero nel bosco», ci dice Maurizio Zarpellon, giardiniere, a lungo vivaista specializzato in erbacee perenni, nel suo ultimo volume dove procede con l’andamento riflessivo del memoir a cavallo tra giardini vissuti, o magari a lungo abitati nello studio di tipologie e tendenze del passato, e quelli, ancora, da lui ideati nel segno di una passione di cui risulta spesso difficile parlare per il rischio di scivolare nel sentimentalismo.

Il volume riesce però ad avvicendare nelle pagine anche una serie di pertinenti considerazioni pratiche e progettuali che restituiscono la circolarità di un’attitudine che è sempre, al tempo stesso, un sapere e operare creativo. Una pratica, composita sensibilità, appunto, da appassionate Anime da giardino come son quelle evocate nel titolo da Zarpellon per l’editore Gribaudo (pp.153, € 16,90). E che pure risuona nell’edizione in italiano dell’Enciclopedia del garden design a cura di Cris Yang, della Royal Horticultural Society, pubblicata sempre da Gribaudo: anche se qui di tratta piuttosto di una sistematica, capace di illustrare le più recenti tendenze a coniugare concettualismi progettuali, ibridazione di stili del passato nella lettura di un contemporaneo segnato da inedite funzionalità e soluzioni tecnologiche, con una rinnovata, consapevole attenzione alle piante in un contesto climatico in ripido mutamento.

Il sentiero al giardino è così un viaggio tra fruscii, colori, ombre, luci, trasparenze, dove dal caos per noi dell’indistinto le piante san bene come emergere, far parlare di sé, come… parlare da per sé. Come singoli individui e come insieme.

Zarpellon ci ricorda che qui noi concorriamo con il vivente in qualità di coautori, in un disegno che sempre più deve farsi capace di osservare, tener conto e pensare a lungo termine. Prevedendo come saranno le piante in età adulta, calcolando le loro esigenze come pure la loro capacità di assorbimento di CO2. Prefigurando il girare delle ombre attorno al giardino, la sua esposizione e i venti dominanti, immaginandovi la presenza dell’acqua, con la vita al seguito di piante e animali ospiti. Nell’orchestrazione del progetto occorrerà accompagnare nel loro coesistere parti differenti, elementi strutturali, materiali e piante, come pure il loro ricombinarsi e variare nel corso di tutte le stagioni. Secondo una visione d’insieme che articoli il disegno di vialetti e sentieri, snodi, passaggi, punti focali, considerare relazioni e prospettive tra casa e giardino, l’integrazione tra dentro e fuori.
Ma specialmente, anticipando un più generale cambiamento di mentalità, immaginare giardini sostenibili anche in ragione del complicarsi di condizioni climatiche e ambientali. Giardini, fin dal loro progetto, a ridotto impatto ambientale per la manutenzione che richiederanno. Prati con miscugli naturali per api, farfalle, grilli, lucciole; siepi miste dove arbusti diversi siano assortiti a mescolare fiori, bacche e frutti, utili per costituire corridoi rifugio per piccoli mammiferi e uccelli; stagni e laghetti ospiti di microclimi diversi e maggiore biodiversità; ma anche pratiche virtuose come il compostaggio o l’utilizzo di materiali compatibili con l’ambiente.

Non dimenticando che se ciascun giardino ha per inclinazione una propria diretta maestria nell’economizzare risorse, acqua, energie e nel conservare varietà di specie, nella loro molecolare sommatoria queste miriadi di microcosmi finiscono per costituire un insieme di paesaggio che nell’economia del complesso del vivente risulta determinante nella ricerca di un rinnovato equilibrio con la natura e quindi con noi stessi.