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Il Senato non fermi il Decreto Immigrazione

Il Senato non fermi il Decreto Immigrazione

Immigrazione Facciamo appello alla maggioranza affinché anche il Senato approvi velocemente in via definitiva questa legge. Nel caso in cui il DL non venisse convertito per l’intervento dilatorio della Presidente Casellati, il governo dovrebbe reiterare il DL con il testo uscito dalla Camera.

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 12 dicembre 2020

ll testo di conversione del DL Immigrazione (DL 130/2020) approvato oggi (ieri 9/12/2020) alla Camera, va nella direzione che, come associazioni di promozione dei diritti degli stranieri, abbiamo auspicato, nonostante limiti e contraddizioni. Dopo più di venti anni, una riforma legislativa sull’immigrazione prevede un ampliamento, seppur limitato, della sfera dei diritti e non una loro riduzione.

Dal 2002, anno di approvazione della terribile Bossi Fini, ancora in vigore – è bene ricordarlo – si sono susseguite numerose modifiche del TU sull’immigrazione, spesso inserite strumentalmente in provvedimenti che riguardavano la sicurezza, volte tutte a diminuire i diritti degli stranieri. Tra i provvedimenti di questa natura, anche leggi volute da governi di centro sinistra, come la cosiddetta Minniti Orlando, prima legge della Repubblica a introdurre una discriminazione strutturale nell’accesso al sistema giudiziario, cancellando l’appello e l’obbligo del dibattimento davanti al giudice ordinario per una categoria di persone fragili quali i richiedenti asilo.

In questa nuova riforma sono invece previste alcune novità importanti e la modifica di un certo numero di norme introdotte dai decreti Salvini, che non sono cancellati ma certamente fortemente ridimensionati.

Tra le novità importanti è utile ricordare:
1. la conversione di alcune tipologie di permessi temporanei in permessi di lavoro, incluso quello per cure mediche, introdotto con un emendamento della maggioranza al DL130/2020;
2. il raccordo tra l’art.5 comma 6 e l’art.19, che stabilisce la non espellibilità in alcuni casi e il rilascio del relativo permesso di soggiorno per protezione speciale, il che eviterà confusione e discrezionalità. Con questa norma l’Italia dovrebbe tornare a un numero di esiti positivi delle domande d’asilo simile alla media europea (dopo i decreti ‘propaganda’ di matrice leghista il numero si è dimezzato, con effetti pesanti sull’aumento dell’irregolarità e dei ricorsi);
3. il ripristino dell’accoglienza pubblica da parte dei Comuni (ex SPRAR ora SAI – Sistema Accoglienza e Integrazione) per i richiedenti asilo e quindi la cancellazione della separazione tra richiedenti e titolari di una forma di protezione, che criminalizzava il diritto d’asilo;
4. Si riapre la possibilità di ingressi per lavoro con i decreti flussi, bloccati da anni. Se gli stranieri potessero rivolgersi allo Stato per entrare in Italia e non fossero obbligati da leggi proibizioniste a rivolgersi ai trafficanti, si combatterebbe efficacemente l’irregolarità e le sue conseguenze. Un ulteriore passo avanti sarebbe rappresentato dalle modifiche proposte dalla legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero – L’umanità che fa bene.
5. Con un po’ di coraggio in più, anche le modifiche sulla cittadinanza avrebbero potuto restituire fiducia alle famiglie e, soprattutto, ai giovani di origine straniera nelle nostre istituzioni. Ma su questo fronte speriamo si possa tornare presto, rilanciando la proposta della campagna “L’Italia sono anch’io”

Permangono scelte sbagliate sulle navi delle ONG che svolgono attività di ricerca e salvataggio in mare, anche se le multe sono previste solo dopo l’intervento dei tribunali, che finora hanno sempre accolto le ragioni di chi salva vite umane. E certamente si sarebbero potute modificare più efficacemente le norme in materia di ingresso e soggiorno degli stranieri, soprattutto in una fase nella quale le polemiche sull’immigrazione, e i razzisti di professione, non hanno un grande spazio nel dibattito pubblico, occupato a fronteggiare la pandemia.

Facciamo appello alla maggioranza affinché anche il Senato approvi velocemente in via definitiva questa legge. Nel caso in cui il DL non venisse convertito per l’intervento dilatorio, a gamba tesa, della Presidente Casellati, il governo dovrebbe reiterare il DL con il testo uscito dalla Camera.

Pensiamo che, dopo questa prima importante riforma, acquisire alcuni concreti risultati parziali, ad esempio sulla cittadinanza e sugli ingressi regolari per ricerca di lavoro, sia più utile che tentare di avviare una stagione di riforma complessiva nella quale il parlamento rischia di impantanarsi per mesi o anni.

Tornare a legiferare in materia d’immigrazione per migliorare le condizioni di vita delle persone, senza intenti propagandistici e senza la paura di perdere consensi, è un buon segno, nonostante i tempi difficili e le difficoltà evidenti della classe politica e di governo.

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