Visioni

Il Segreto Pubblico di Carmelo Pipitone

Il Segreto Pubblico di Carmelo PipitoneCarmelo Pipitone – foto di Benedetta Balloni

Note sparse Secondo lavoro solista per l’artista siciliano già con la band Marta sui Tubi, allegorico e spiazzante. Stile cantautorale dove si innestano folk, rock e prog: in «Le mani di Rodolfo» tutto l’orrore di un femminicidio

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 gennaio 2021

Di Carmelo Pipitone non si scopre di certo ora il talento, vale la pena però seguire le sue tracce nelle varie forme in cui si manifesta, che siano le band Marta sui Tubi, O.R.K. e Dunk oppure nei suoi lavori solisti. Siamo infatti al secondo album, il titolo di per sé è emblematico Segreto Pubblico (Blackcandy) di un incedere allegorico e spiazzante, tanto che etichettare il lavoro del chitarrista e cantante (qui anche basso) di Marsala è già una presunzione per circoscrivere gli undici brani che lo compongono: folk, rock (che chitarre!), prog, in un tessuto cantautorale.

IL TITOLO DELL’ALBUM evoca un’umanità sotterranea, istintiva, che affiora per esempio in Le mani di Rodolfo, la storia di un femminicidio che richiama il lato oscuro degli uomini, o Nera, un brano che va crescendo, diventando sempre più duro: «Circa un annetto fa mi è capitato di leggere alcuni vecchi articoli di storie di cronaca nera. Storie molto cupe, bestiali, atroci ma, nonostante tutto, molto affascinanti. Ricordo di aver pensato: come può un essere umano commettere tali atti? La risposta si trova nel nostro lato oscuro, una parte di noi tanto diversa che ci spaventa ma proteggiamo in maniera istintiva. Ho pensato a cosa realmente un uomo in procinto di uccidere può provare. Immagini e ricordi confusi e quell’ultimo istante che per un attimo ci fa credere di non avere scelta». La letteratura spesso si occupa di raccontare il male addentrandosi nei fatti di cronaca e, paradossalmente, cancellando i confini stessi del male.

DIVERSO È NARRARLO con la musica utilizzando le suggestioni del suono: «La musica ha la funzione di raccontare ciò che non sappiamo dire a parole. I musicisti fanno leva proprio sui suoni per compensare quella parte di narrazione mancante dovuta, nel mio caso, a uno stile di scrittura forse troppo ermetico. Sappiamo che alcuni suoni possono sostituire stati d’animo altrimenti impossibili da spiegare».
È un disco viscerale in cui si sente l’aria siciliana, in continuità con il primo album solista, Cornucopia. Il disco prende nutrimento proprio dai suoni della sua terra, malgrado Pipitone viva da 20 anni a Bologna («Vivo lontano ma resto siciliano», ci dice). Lorenzo Esposito Fornasari, voce degli O.R.K. è al suo fianco anche in questo album nella produzione: «Lef prima di tutto è un grande amico. Non è un caso che lo abbia scelto nuovamente come produttore per il secondo capitolo da solista. Insieme siamo veloci a concretizzare le idee, ci fidiamo l’un l’altro e ci compensiamo, ci divertiamo. Lo rispetto come uomo, poi come artista. Credo sia anche una delle voci più belle che io abbia mai sentito!».

SU CHE STRADA possa trovare un disco posizionato nell’underground che esce in questo momento in cui non si possono fare concerti e impedisce molte forme di promozione, Carmelo ha le idee chiare: «Mi aspetto che stimoli la curiosità della gente. Molte persone che si alzano la mattina non pensano in musica, ma scavano dentro di loro perché non si accontentano della superficie. Certamente la musica può dare delle risposte, basta saperle cercare. Io le ho sempre trovate nel mondo dell’underground».

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