Il saluto nazista del National Policy Institute
Il gruppo di alt-right, alternative right, ha celebrato a Washington la vittoria di Trump. Non erano tanti, poche centinaia di suprematisti bianchi con simpatie naziste che non si son fatti […]
Il gruppo di alt-right, alternative right, ha celebrato a Washington la vittoria di Trump. Non erano tanti, poche centinaia di suprematisti bianchi con simpatie naziste che non si son fatti […]
Il gruppo di alt-right, alternative right, ha celebrato a Washington la vittoria di Trump. Non erano tanti, poche centinaia di suprematisti bianchi con simpatie naziste che non si son fatti mancare niente, incluso il saluto a braccio teso al grido di «Heil Trump». Questa è stata una riunione fisica, ma il movimento di estrema destra è sempre stato molto attivo in rete, sui social network, solo che ora sta conoscendo per la prima volta della vera visibilità e si sente legittimato dalla presenza di Steve Bannon, anima nera e nuovo stratega della Casa Bianca, che fino a pochi mesi fa dirigeva un sito di notizie che egli stesso ha definito come «la piattaforma perfetta per alt-right». Questo tipo di gesti, dichiarazioni in cui ci si chiede «se gli ebrei sono persone o meno», non fanno parte della storia e di questo Paese, Alt-right, infatti ama l’Europa più legata ai movimenti nazional-populisti a cui si ispira e con cui dialoga.
Durante il convegno che si è tenuto a Washington ha parlato anche il loro poco carismatico ma loquace leader, Richard Spencer, direttore del National Policy Institute (think tank che produce idee per il gruppo), che si è espresso usando termini come « i figli del sole» il cui destino è quello di riprendersi l’America sottraendola «a quella gente di cui noi non abbiamo bisogno». È stato proprio Spencer a chiedere se gli ebrei siano «un popolo o dei golem senz’anima» e questa dichiarazione ha fatto il giro dei media.
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