Sul concetto di trash si trascinano da anni nel nostro paese equivoci e semplificazioni complici un certo radicato snobismo intellettuale, la traduzione letterale italiana cioè «spazzatura» e il progressivo scadimento della tv, veicolo principe indiscriminato di tutto quanto «fa spettacolo». In realtà esistono una cultura e un’estetica del trash in senso lato, tanto è vero che nella prima metà degli anni ’90 lo stravagante critico cinematografico inglese Jonathan Ross scrisse il libro «L’incredibile storia del cinema spazzatura» diventato la Bibbia della cinefilia non-riconciliata cultrice della serie B e dei generi «bassi» e il geniale scrittore prematuramente scomparso Tommaso Labranca s’interessò...