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Il rapper Luaty Beirão agli arresti domiciliari

Il rapper Luaty Beirão agli arresti domiciliariLuaty Beirão gioca con la bandiera angolana

Angola Dopo sei mesi di carcere preventivo per «insurrezione» potrà aspettare a casa la prima udienza del processo. E intanto scoppia la polemica per la partecipazione della rapper statunitense Nicki Minaj al concerto di natale della Unitel, controllata dalla potentissima figlia del presidente Dos Santos

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 22 dicembre 2015

Dopo sei mesi in cella senza processo, con tanto di lungo sciopero della fame che lo ha ridotto quasi in fin di vita, il rapper e attivista lusoangolano Luaty Beirão (nella foto) si trova da un paio di giorni agli arresti domiciliari. Non proprio un regalo di Natale, ma l’effetto della nuova «Legge sulle misure cautelari durante il processo penale», entrata in vigore il 18 dicembre.
Il provvedimento di un giudice di Luanda riguarda Beirão e altre 15 persone arrestate con lui. Tutti con l’accusa di aver complottato per rovesciare il presidente Dos Santos e instaurare un governo di «Salvezza nazionale». In altre parole, «insurrezione».

In attesa della prima udienza del processo, fissata per l’11 gennaio, gli “indagati” saranno controllati quasi a vista da 150 tra agenti carcerari, poliziotti e persino psicologi, un contingente creato apposta. Non potranno ovviamente uscire, né entrare in contatto tra loro o con altri membri del Movimento de Jovens Revolucionários Angolanos, che dal 2011 organizza manifestazioni anti-governative in cui denuncia le disuguaglianze che affliggono il secondo produttore di petrolio in Africa. Beirão, noto anche con lo pseudonimo di Ikonoklasta, mescola musica (hip hop, house, kuduro) e rabbia contro la deriva liberticida del regime.

Neanche 24 ore dopo la decisione del giudice, musica e politica sono tornate a mescolarsi sulla scena angolana. Merito e o colpa di un’altra rapper, la statunitense Nicky Minaj, star annunciata di un evento natalizio organizzato dalla compagnia telefonica Unitel, controllata dalla figlia del presidente, Isabela dos Santos, considerata la donna più ricca d’Africa e l’ottava più ricca del mondo (oltre che, secondo Transparency International, tra i 15 casi simbolo della corruzione nel mondo). La Human Rights Foundation (Hrf) ha scitto a Nicky Minaj facendole presente che il suo compenso era frutto di «corruzione governativa» e che sarebbe stato improprio prestare l’immagine a «un governo responsabile di gravi violazioni dei diritti umani». Ma lo show si è tenuto sabato, come previsto. Al termine la rapper ha postato su Istagram una sua foto con Isabela Dos Santos, definendola un modello di «girl power».

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