Concordo con Villone: molte reprimende che si sono lette in questi giorni nei confronti di Salvini e Di Maio per aver osato impuntarsi a proporre per il ministero dell’economia una personalità non gradita al Quirinale si basano su un intendimento formalistico della Costituzione, sulla pretesa che la prerogativa presidenziale nella nomina dei ministri abbia una portata talmente auto-evidente che solo la protervia dei barbari ne spiega la messa in discussione. È un cattivo formalismo, che sotto l’inno alla «correttezza» pare celare piuttosto, concordo anche qui con Villone, la soddisfazione, o la speranza, di vedere fallire le chances di governo di...