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Il proclamato Biden: «Terroristi interni incitati da Trump»

Il proclamato Biden: «Terroristi interni incitati da Trump»Mike Pence ritorna nella notte alla Camera per confermare la vittoria di Joe Biden – Ap

Dopo l'assalto al Congresso Il presidente eletto ha sottolineato la disparità di trattamento tra Black lives matter e i manifestanti. Pelosi: «Impeachment»

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 8 gennaio 2021

Al termine del giorno più lunga – con una vittima accertata, Ashli Babbit, colpita da un colpo sparato da un agente in borghese – il Congresso Usa ha certificato la vittoria di Joe Biden. E ieri il presidente eletto ha preso la parola, usando toni molto duri nei confronti di Trump e di quanto accaduto al Congresso, definito come «il risultato dell’attacco di Trump alla democrazia». Biden ha inoltre sottolineato l’«inaccettabile diverso trattamento tra i manifestanti di Black Lives Matter e questi terroristi interni». Biden ha poi sottolineato che l’intento di Trump era quello di «minacciare i rappresentanti eletti del popolo ed anche il vice presidente e di impedire al Congresso di ratificare la volontà del popolo americano e le elezioni libere e corrette».

PRIMA DI LUI si erano diffuse le voci di una sospensione del mandato di Trump tramite un impeachement lampo o tramite il 25esimo emendamento che solleva il presidente in caso di incapacità fisica o mentale. A inviare a Pence la richiesta per il 25esimo sono stati tra gli altri il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer e il repubblicano Adam Kinzinger dell’Illinois. Benché sia una strada complicata (servono i due terzi dei voti al Senato) l’ipotesi è stata palesata anche da Nancy Pelosi, che – in caso di impossibilità a procedere – ha sostenuto che il Congresso potrebbe procedere immediatamente con un secondo impeachment.

Nel giorno prima, dopo che i membri del Congresso erano stati dotati di maschere antigas e messi in sicurezza, e quando infine era arrivata la notizia che l’edificio federale era nuovamente sicuro, la speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, aveva fatto sapere che il Congresso avrebbe terminato «il nostro processo democratico». Alle 20 entrambe le Camere erano nuovamente riunite.

DURANTE LE ORE A SEGUIRE non si è vista solo la conferma dei voti, ma un riassestamento delle posizioni del partito repubblicano che, portato di fronte a una prova estrema di tenuta democratica, è stato costretto a mostrare le proprie vere facce. La vecchia guardia super conservatrice che per quattro anni ha sostenuto e coperto Trump non ha potuto fare altro che prenderne le distanze, a partire dal capo della maggioranza (ancora per poco) repubblicana al Senato, Mitch McConnell che ha ribadito in modo inusualmente emotivo per un falco di vecchia data, che il vincitore delle elezioni è Joe Biden con «un largo, indiscutibile margine», e che nessuna «falsa insurrezione e riibellione armata impedirà al Senato di fare il suo lavoro». Alla Camera Nancy Pelosi, imperturbabile più che mai gli ha fatto eco dicendo: «Avete cercato di distruggere la nostra democrazia. Avete fallito. Ora, andiamo avanti». La maggior parte dei senatori che avevano promesso di contestare i risultati dei voti, hanno deciso di non mantenere la posizione, la neo sconfitta senatrice Kelly Loeffler della Georgia è stata la prima.

Ancora più diretto Mitt Romney, senatore repubblicano eretico dello Utah: «Ci riuniamo a causa dell’orgoglio ferito di un uomo egoista. Quello che è successo qui oggi è stata un’insurrezione incitata dal presidente degli Stati Uniti».

«TED CRUZ E TUTTI QUELLI che hanno appoggiato Trump in questo processo sono responsabili del disastro di oggi» ha aggiunto Romney. Il senatore del Texas Cruz, non è indietreggiando di un passo, insieme alla stella nascente dell’ultra destra, Josh Hawley del Missouri, che fino alla fine, con il texano, ha continuato a ripetere, in un silenzio gelato, che le elezioni sono state truccate.

FUORI DAL CONGRESSO, intanto, cresce il numero dei collaboratori di Trump che si sta licenziando, dal capo dello staff della Casa Bianca Mulvaney, al ministro dei trasporti Elaine Chao, tra l’altro moglie di McConnell. «È la fine del più grande mandato presidenziale della storia, ma è solo l’inizio della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande», ha detto Trump dall’account Twitter del suo social media manager Dan Scavino.

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