Il «Comune» gioca a rimpiattino. Si parte da una certezza. Non è proprietà pubblica né privata. Né Stato né mercato, dunque. Ma appena si prendono le mosse da questa chiara premessa, subito le biforcazioni si moltiplicano: ritorni all’indietro, svolte improvvise, vicoli cechi, prospettive ingannevoli. Nel corso del tempo il «Comune» si inabissa e poi riemerge. Compare dove meno lo attendevamo, svanisce dove ci sembrava di averlo afferrato. Talvolta aggettivo che si combina con differenti oggetti, talaltra sostantivo che tutto abbraccia. Plurale e singolare. Ora prerogativa di un catalogo di «beni» concreti e definiti, ora qualità di un agire senza oggetti...