Il presidio operaio citato per danni: “Dovete darci un milione”
Lotta per il lavoro Gli ex dipendenti della Tmm di Pontedera, in presidio da quasi un anno, accusati dal liquidatore che già non voleva pagare gli stipendi arretrati a chi protestava. La Fiom: "Inaudito, vogliono far pagare il fallimento gestionale a chi sta lottando per avere un futuro".
Lotta per il lavoro Gli ex dipendenti della Tmm di Pontedera, in presidio da quasi un anno, accusati dal liquidatore che già non voleva pagare gli stipendi arretrati a chi protestava. La Fiom: "Inaudito, vogliono far pagare il fallimento gestionale a chi sta lottando per avere un futuro".
Non solo licenziati dopo l’improvvisa chiusura della fabbrica, ora dovrebbero pagare anche un milione di euro “per aver impedito il libero accesso allo stabilimento”. Non finisce di stupire la vertenza della Tmm di Pontedera, azienda metalmeccanica dell’indotto Piaggio specializzata nella costruzione di marmitte. Una vicenda simbolo in Toscana della resistenza operaia.
A quasi un anno di distanza dall’apertura di un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento, in questi giorni a 26 lavoratori e al segretario Fiom di Pisa è arrivato un atto di citazione dal tribunale, depositato dai legali del liquidatore della Tmm, con una richiesta di risarcimento per circa un milione. Il motivo, appunto, sarebbe quello di aver impedito l’accesso al sito industriale.
“E’ un fatto inaudito – replica il segretario toscano Fiom, Massimo Braccini – la Tmm ha chiuso e abbandonato tutti i lavoratori, e adesso cerca anche di far pagare il conto del fallimento gestionale agli ex dipendenti, che lottano per provare a costruirsi un domani. Sia chiaro, gli operai Tmm non hanno mai impedito a nessuno di entrare o uscire dallo stabilimento, né ci sono mai stati sconfinamenti fisici, tant’è che sono state sempre presenti le forze dell’ordine. Ci opporremo in ogni sede a quest’azione inconsulta”.
Nella vertenza Tmm, a gennaio fece rumore la notizia che gli stipendi arretrati erano arrivati solo a chi non partecipava al presidio in viale Africa. Lì dove la proprietà (il gruppo Csl di Torino) dopo la chiusura aveva subito bloccato l’entrata con catene e lucchetti, per evitare occupazioni. Di qui la protesta dei lavoratori, che con l’aiuto dei volontari della Croce Rossa avevano montato le tende per mantenere il presidio anche di notte. Mentre nel frattempo ha preso corpo la possibilità di fondare una cooperativa per continuare a fare marmitte.
Anche il presidente toscano Enrico Rossi prende posizione: “Mi autodenuncio per aver anch’io partecipato al presidio. Ho sobillato, come direbbe un fascista, i lavoratori, incitandoli a proseguire nella loro battaglia”. Mentre il Consiglio regionale ha approvato una mozione, presentata da Tommaso Fattori di “Sì Toscana a sinistra”, che impegna la giunta a sostenere la cooperativa, anche con un impegno economico-finanziario, e ad assicurare che sia confermata la disponibilità mostrata dalla Piaggio per il mantenimento della produzione.
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