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Il pop laico di Boosta

Il pop laico di Boosta

Note sparse Debutto solista per il tastierista dei Subsonica. Ne «La stanza intelligente» - l'album - molti ospiti vocali come Luca Carboni, Raf, Malika Ayane, Diodato

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 2 novembre 2016

Sembra sia arrivato il momento del «tana libera tutti» in casa Subsonica. Dopo Samuel – alle prese con un disco solista prodotto da Michele Canova di cui ha già anticipato un singolo, La risposta, anche Max Casacci e il batterista Ninja starebbero pensando a pubblicare lavori in proprio. Ma il primo a mettere il naso fuori dalla band di Microchip emozionale, è stato Boosta che proprio venerdì scorso ha pubblicato il suo suo primo album solo: La stanza intelligente (SonyMusic).

Album ricco di collaborazioni soprattutto per le parti vocali, dove si è fatto dare una mano da parecchi colleghi. Molti insospettabili perché nella categoria del mainstream decisamente commerciale, che Boosta non ha mai troppo frequentato… Ed invece eccoli qui nei credit nel disco: Nek, Luca Carboni, Raf, Giuliano Palma, Cosmo, Briga dritto dalla tribù della defilippi Amici, Malika Ayane, Enrico Ruggeri e Diodato. E va detto – tutti a fare ottima figura nelle strane combinazioni pop che caratterizzano le composizioni scritte dal musicista torinese. Ritmiche elettroniche ma mescolate ad una strumentazione acustica e atmosfere plumbee che si risolvono, spesso, in vertiginosi ritornelli. «Non volevo fare musica elettronica – ha confessato durante gli incontri di presentazione del disco – e in modo naturale mi è uscita una scrittura molto diversa».

2vis1coverBOOSTA

Ha scritto dieci pezzi in completa autonomia, ma tre invece sono frutto dell’incontro con altri autori, come 1993 a quattro mani con Stefano Sardo (sceneggiatore della serie 1992), nonché cantante dei Mambassa: «Il testo è frutto di un’amicizia che dura da tempo, mentre la musica è melodia leggera, un racconto morbido morbido all’inizio che cammina diritto fino all’esplosione finale».La «ricetta» de L’altare – uno dei brani di punta del disco – è composta da vari elementi: «Per arrivare all’altare servono (servirebbero) onestà, follia e coscienza del prossimo». L’autore la immagina come una: «Preghiera laica. La voce di Marco Mengoni che la interpreta è pulita e diritta come un fuso, pronta per essere ascoltata come nel silenzio di un bosco, o di una chiesa».

SAREBBE INTERESSANTE ascoltare La stanza intelligente dal vivo: «Ma non è semplice, troppi ospiti, ho pensato a live set piano e voce. Forse alla fine farò una sola data a dicembre, e probabilmente si chiuderà un cerchio». Intanto da domani presenterà il suo progetto nelle Feltrinelli di Milano (3), Torino (4), Bologna (7) e Roma (8).

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