In un suo articolo recente, Roberto Cotroneo ha messo in risalto ciò che tutti sanno, ma di cui pochi parlano apertamente. Nonostante il moltiplicarsi di festival, rassegne, saloni del libro e il loro successo di pubblico, si registra nel nostro paese «un netto arretramento in termini di copie di libri (e di giornali) vendute, di chiusura mentale, di banalizzazione, semplificazione dei problemi». Il fenomeno, dice Cotroneo, è legato alla riduzione della funzione degli intellettuali a gioco di società, a un riempitivo dei tempi morti, a un girovagare, in cui si racconta il proprio privato, che sposta il loro impegno «da...