Alessandra Todde, il governo Meloni è ormai operativo da quasi tre settimane. Che valutazione date?
Credo che si possa definire un inizio estremamente deludente: arrogante con i deboli e zerbino con i potenti. Questo governo si sta concentrando su iniziative di bandiera senza affrontare le reali necessità del paese. Regali agli evasori, propaganda sulla pelle dei migranti, norme da stato di polizia, manganellate agli studenti alla Sapienza, crisi diplomatica, attacco al Superbonus, trivellazioni, silenzio sugli extraprofitti, una totale continuità con il governo precedente anche sulle misure per le famiglie e le imprese sulle bollette.

Avrebbe mai immaginato che proprio su rave e migranti, terreno di caccia per la propaganda delle destre, Meloni avrebbe avuto questi infortuni?
Chi cerca di costruire consenso sulla pelle di chi fugge da fame, morte e miseria, dovrebbe rendersi conto che non sta facendo politica ma una triste e becera propaganda. Abbiamo già visto Salvini cosa è stato in grado di fare e mi sembra che Meloni voglia perseguire la stessa strada. Visti gli ottimi rapporti che Meloni vanta di avere con Ungheria e Polonia potrà chiedere spiegazioni ai suoi amici di Visegrad sul perché continuino a ribadire che le politiche migratorie siano affare esclusivo dei paesi di primo approdo come l’Italia. Sulla legge anti-rave ci siamo già espressi chiaramente: quando si hanno in testa le priorità del Paese è giusto scrivere celermente norme liberticide, o sbaglio?

Lei è stata viceministra al Mise. Le pare che con questo governo siamo di fronte a una rottura sostanziale con l’Agenda Draghi?
Fino ad oggi l’agenda Draghi non è mai esistita. Ma la sta inventando a tutti gli effetti Meloni dopo essere stata in opposizione adesso è in continuità con il governo precedente. Siamo passati da un’immaginaria Agenda Draghi ad un’Agenda Meloni che ricalca in toto quella del governo a cui Meloni ha fatto opposizione. Se non facesse ridere, dovrebbe farci piangere. Prima si prendono i voti degli italiani e dopo si fa esattamente il contrario di quanto si è promesso in campagna elettorale?

Darete battaglia per difendere il Superbonus?
Lo stiamo già facendo. Giorgetti e Meloni continuano il boicottaggio della norma cambiando in corsa le regole e mettendo così in profonda crisi migliaia di persone, professionisti e imprese. Abbiamo ascoltato la grande menzogna dei 38 miliardi di buco quando basta consultare i dati Nomisma per leggere che ha prodotto 124 miliardi di valore economico e 634 mila posti di lavoro. Non ci si può stupire che gli italiani non vadano a votare se alla prima occasione i governi si rimangiano le promesse fatte. I cittadini, confidando nel Superbonus, hanno preso impegni con imprese e tecnici e hanno anticipato le spese per lavori e parcelle. E adesso come si comporterà l’esecutivo? Dopo che il governo Draghi ha bloccato i crediti e cambiato la norma undici volte la cambierà la dodicesima?

Di fronte a tutto ciò come mai l’opposizione non riesce a trovare una voce comune?
Dai banchi dell’opposizione non dobbiamo stringere nessuna alleanza. Noi faremo un’opposizione intransigente sui temi che abbiamo condiviso con gli italiani e sui cui abbiamo ricevuto la loro fiducia. Se il Pd deciderà di battersi per difendere chi ha meno, troverà nei 5 Stelle tutta la determinazione possibile. Noi porteremo avanti in modo coerente la nostra agenda sociale e progressista.

M5S e Partito democratico vanno verso le regionali divisi. Non c’è il rischio che si affronti quel voto per assecondare le esigenze dei singoli partiti invece di considerare il quadro generale?
Il Pd è in una fase di profonda trasformazione interna mentre il M5S la sua fase di transizione, la sua evoluzione politica e le sue contraddizioni le ha gestite, combattute e superate. E oggi siamo la voce di tante persone che più voce non hanno. Dobbiamo però dirci le cose come stanno: la politica per noi parte dai progetti e la questione ambientale non è secondaria. Ha ragione Nicola Zingaretti quando dice che la Regione Lazio non ha mai aperto inceneritori grazie al lavoro che le nostre assessore hanno fatto in giunta. Ma Zingaretti sa bene, e non può omettere, che a volere fortemente l’inceneritore, rinnegando il Piano della stessa Regione Lazio, è il Pd. Noi in questi giorni abbiamo posto dei temi e abbiamo chiesto di partire da qui. Ma non possiamo non tener conto di tutte le vicende che sono successe negli ultimi mesi. Se il Pd romano ha scelto di riportare indietro le lancette della storia realizzando un mega-inceneritore, i vertici del partito sappiano che noi non rinneghiamo la transizione ecologica. Inoltre, visto che il Pd ha deciso di seguire a testa bassa i candidati di Calenda, noi saremo l’alternativa progressista.