Marco Cappato foto Ansa
Marco Cappato – Ansa
Politica

Il Pd ha scelto Cappato: «Vogliamo unire chi si oppone alla destra»

Suppletive a Monza Il via libera di Schlein. Con il radicale Azione, Verdi-sinistra e +Europa. Lui commenta: sono grato per la scelta generosa e coraggiosa. M5S ancora in bilico. Proteste della minoranza dem
Pubblicato circa un anno faEdizione del 14 settembre 2023

Anche il Pd, oltre ad Azione, +Europa e Verdi-sinistra, sosterrà il radicale Marco Cappato alle elezioni suppletive di Monza, il 22 e 23 ottobre. Il seggio è quello del Senato, rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. La famiglia del Cavaliere ha subito dato l’ok alla candidatura di Adriano Galliani. Sono poi arrivate quelle di Domenico Di Modugno del Pci e, nei giorni scorsi, del sindaco di Taormina Cateno De Luca, anche leader del movimento «Sud con Nord».

Pd e M5S non avevano ancora deciso che fare. Ma dal Nazareno ieri è arrivata la notizia: i dem sosterranno Cappato, che si è candidato in solitaria a fine luglio. «Abbiamo ritenuto di privilegiare l’alleanza più larga possibile tra le forze che si oppongono alla destra, anche se avremmo potuto presentare autorevoli candidature espressione del Pd locale», spiega il responsabile organizzazione Igor Taruffi. «Sono grato al PD per la scelta generosa e coraggiosa», il commento di Cappato. «Sarà una sfida entusiasmante. Faremo tesoro delle differenze per andare a convincere e vincere il 22 e 23 ottobre».

I dem lombardi avevano subito definito la mossa di Cappato «una fuga in avanti». E per settimane si è lavorato alla ricerca di un candidato espressione del territorio. «Si è persa un’occasione», protesta Simona Malpezzi, tra i big della minoranza interna, dando voce a diversi sindaci della zona. Tra Pd e radicali c’è una lunga storia di rapporti altalenanti, ma alla fine Schlein ha deciso di sostenere un simbolo delle lotte per i diritti civili.

Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, non è un uomo di sinistra, ma si è fatto apprezzare per le battaglie sul fine vita e sulla legalizzazione della cannabis. E ieri ha annunciato di aver raccolto 450 firme per la candidatura, superando la soglia di 350 prevista dalla legge. Giuseppe Conte non pare intenzionato a sostenerlo. Troppi i dubbi del M5S. «Condividiamo le sue battaglie etiche, ma non le sue idee in economia», il ragionamento. Ma anche tra i 5S c’è chi, come il capogruppo in Lombardia Nicola Di Marco, chiede un «supplemento di valutazione».  La sfida è molto in salita: nel 2022 Berlusconi vinse col 50%, Pd e alleati si fermarono al 27%, Calenda al 10% e i 5S al 7,8%.

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