Il Pd candida Cecilia D’Elia. Calenda protesta
Roma Le suppletive per la Camera dopo il no di Conte
Roma Le suppletive per la Camera dopo il no di Conte
Era diventato l’architrave della legislatura, il collegio Roma I della Camera lasciato libero prima da Paolo Gentiloni e poi da Roberto Gualtieri. Su quel pezzo di centro storico all’interno delle mura aureliane e sulle elezioni suppletive del 16 gennaio si erano scaricate tutte le tensioni politiche degli ultimi mesi e del futuro prossimo della legislatura. È qui che pareva dovesse tenersi una specie di referendum sulla coalizione tra Pd e M5S (se si fosse candidato Giuseppe Conte). È qui che si sarebbe misurato l’ennesimo braccio di ferro tra il Partito democratico «romano» e il segretario Enrico Letta. Ed è ancora da questo collegio che sembrava dovesse riconoscersi la tenuta degli schieramenti in vista del voto al Quirinale.
Si era parlato di candidare Enrico Gasbarra, ex presidente della provincia di Roma ed ex europarlamentare. Alla fine, in zona Cesarini, il Pd ha scelto Cecilia D’Elia, considerata vicina a Nicola Zingaretti ma che in virtù della sua carica di portavoce della Conferenza delle donne democratiche collabora con il segretario Letta. Andrea Casu, deputato e segretario romano, dopo che la direzione del Pd ha approvato la candidatura di D’Elia per acclamazione e all’unanimità dice: «Cecilia è la portavoce delle donne democratiche e rappresenta la battaglia che stiamo portando avanti a ogni livello, dal Pnrr alla legge di bilancio, per la parità di genere e per la democrazia paritaria. La sua è una candidatura molto autorevole, per il suo impegno nazionale e per il suo radicamento territoriale, una candidatura che offriamo a tutte le forze politiche e sociali di centrosinistra». Casu, a sua volta, è entrato a Montecitorio alle suppletive del collegio di Primavalle dello scorso ottobre. In quei giorni si votava anche per il sindaco di Roma e il M5S alla camera si fece vistosamente da parte. Questa volta, dopo il ritiro di Conte, dovrebbe appoggiare la candidata dem.
Restano in campo Carlo Calenda e Matteo Renzi. Il primo ieri in mattinata aveva annunciato la disponibilità a ritirare la sua candidata, la consigliera regionale Valentina Grippo, per trovare un nome comune. Quando apprende della scelta di D’Elia protesta sui social: «Dopo il disastro della pseudocandidatura Conte e di fronte alla disponibilità di ritirare la nostra candidata, il Pd decide di andare avanti senza confronti. Abbiamo cercato un punto d’incontro per l’ultima volta. Il campo largo non esiste. Non evocatelo più». Renzi, dal canto suo ha scelto di correre con l’ex ministra Elena Bonetti.
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