Il passato del Giappone diventa musical
Maboroshi Seppur l’industria cinematografica nipponica sia ancora fra le più produttive del pianeta, l’avvento delle piattaforme streaming sta cambiando anche nel paese la fruizione del cinema ed il significato della parola stessa
Maboroshi Seppur l’industria cinematografica nipponica sia ancora fra le più produttive del pianeta, l’avvento delle piattaforme streaming sta cambiando anche nel paese la fruizione del cinema ed il significato della parola stessa
Seppur l’industria cinematografica nipponica sia ancora fra le più produttive del pianeta, l’avvento delle piattaforme streaming sta cambiando anche in Giappone la fruizione del cinema ed il significato della parola stessa. Un primo grande scossone avvenne già alla fine degli anni sessanta quando a causa dell’avvento della televisione, molte compagnie dichiararono bancarotta o furono costrette ad inventarsi nuove strategie di produzione e distribuzione. L’esempio più celebre restano ancora i roman porno, film softcore, che salvarono la Nikkatsu dal falimento.
A dominare attualmente il mercato del cinema nell’arcipelago sono gli enormi multiplex con le grandi produzioni americane e di casa, anche se il numero dei cosiddetti mini-theater, piccoli cinema d’essai che cercano di offrire una distribuzione alternativa, è abbastanza considerevole. I multiplex per offrire un’alternativa e trasformare le sale e l’uso di queste in qualcosa di appetibile anche a chi di solito non le frequenta, da un paio di anni a questa parte si sono ingegnati con delle diverse attività. Le due più popolari sono la proiezione live di concerti o festival musicali, specialmente per chi abita fuori dalle grandi metropoli o nelle periferie, ed il Geki X Cine.
Creato quindici anni fa, si tratta di un progetto volto a portare sul grande schermo il teatro giapponese, geki, ibridandolo con l’arte cinematografica, cine, non però usando l’inquadrature fisse sul palcoscenico che caratterizza molta trasposizione teatrale televisiva classica. Bensì cercando di offrire una nuova forma di intrattenimento molto spettacolare e dall’alto valore produttivo, per lo più si tratta di storie ambientate nel passato dell’arcipelago trasformate in musical o opere rock attraverso primissimi piani degli attori, l’uso di più di venti macchine da presa, un tappeto sonoro curato ad arte in postproduzione ed un montaggio ed angoli di riprese molto cinematografici. Dal 2003 fino ad oggi, al ritmo di circa un’opera all’anno, sono stati prodotti quindici lungometraggi, dai toni più diversi ma con il comune denominatore di essere spettacolo ed intrattenimento serrato, fra storie strappalacrime, vendette e codici morali da mantenere. Alcuni degli ultimi lavori sono quelli che hanno ottenuto più successo e visibilità, Zipangu Rock ad esempio, un pastiche fra vecchio e nuovo in salsa punk uscito nelle sale nel 2014 come ultimo capitolo di una trilogia dedicata a Goemon, il leggendario ladro giapponese vissuto nel sedicesimo secolo, oppure più recentemente Stray Nightingale.
Il film è nelle sale del Sol Levante da questa primavera ed ha ottenuto molti riconoscimenti anche nel circuito festivaliero internazionale, Stiges, Shangai ed il Tokyo International Film Festiaval dello scorso autunno sono alcune delle manifestazioni dove è stato presentato. Ancora una volta si tratta di una storia legata ad un ladro gentiluomo del passato, Juzaburo, e delle sue vicissitudini dopo che un giorno viene tradito dal suo secondo, portando al massacro di tutto il suo gruppo. Stray Nightingale è un trionfo di azione, colori, sprazzi di violenza improvvisi, scenografie stilizzate, costumi e musiche, tutti elementi che, unitamente alle generose interpretazioni degli attori, contribuiscono alla riuscita ed all’impatto dell’opera. Essendo il Geki X Cine interpretato spesso da attori con un certo seguito, i film che compongono questo filone si rivolgono più agli appassionati di spettacoli teatrali, ma meritano comunque attenzione come interessante sperimentazione anche da un punto di vista prettamente cinematografico.
matteo.boscarol@gmail.com
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