La guerra in Libia si sposta sui contratti petroliferi. Il parlamento pro-militari di Tobruk ha mostrato ieri l’intenzione di non aderire al dialogo nazionale con gli islamisti e si è sfilato dal tavolo negoziale, previsto per il prossimo giovedì in Marocco, con la mediazione dell’inviato delle Nazioni unite, lo spagnolo Bernardino Léon. Il pretesto per far saltare l’ultimo tentativo politico di facilitare un accordo tra fazioni è venuto dagli attacchi di al-Qubah che hanno causato 47 morti (20 sospettati sono stati arrestati ieri). I militari pro-Haftar hanno colto la palla al balzo per considerare gli islamisti come interlocutori non attendibili,...