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Il papa in Irlanda: «Sulla pedofilia la chiesa ha fallito»

Il papa in Irlanda: «Sulla pedofilia la chiesa ha fallito»Papa Francesco in Irlanda – Afp

Chiesa e pedofilia Visita a Dublino di papa Francesco. Il premier irlandese Varadkar: «Ora si passi dalle parole ai fatti»

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 26 agosto 2018

Era la visita più attesa e più complicata di papa Francesco. Il pontefice a Dublino – per l’incontro mondiale delle famiglie – non si è tirato indietro, affrontando fin da subito il tema più spinoso del viaggio, le accuse di pedofilia nei confronti di sacerdoti, uniti alla complicità delle autorità ecclesiastiche irlandese e romane.

SULLO SFONDO c’è una relazione complicata tra Irlanda e Vaticano, in conseguenza proprio dei vari rapporti che denunciavano i casi di pedofilia e che avevano evidenziato abusi, silenzi, protezioni e omertà. Il momento più complicato venne toccato nel 2011 quando, con Ratzinger pontefice, Dublino chiuse l’ambasciata in Vaticano, che venne riaperta solo nel 2014 quando a Roma era già papa proprio Bergoglio. Allora si trattò di una decisione clamorosa, che fece discutere e che fu motivata da questioni economiche.

Ma qualche mese prima della chiusura il Vaticano aveva richiamato a Roma il nunzio a Dublino ufficialmente per «consultazioni». In realtà i motivi di questa rottura risiedevano nel dossier sulla diocesi di Cloyne. Nella documentazione si faceva luce sugli abusi di 19 preti pedofili tra il 1996 e il 2009 con 40 vittime accertate e soprattutto sui ripetuti insabbiamenti da parte delle autorità vaticane, identificate nel vescovo John Magee, ex segretario di tre Papi.

IERI BERGOGLIO ha voluto citare proprio la lettera ai cattolici d’Irlanda di Ratzinger che all’epoca dello scandalo, chiese una conversione dei colpevoli: «Il mio predecessore, papa Benedetto, non risparmiò parole per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure ‘veramente evangeliche, giuste ed efficaci in risposta a questo tradimento di fiducia’. Il suo intervento franco e deciso continua a servire da incentivo agli sforzi delle autorità ecclesiali per rimediare agli errori passati e adottare norme stringenti volte ad assicurare che non accadano di nuovo».

PAPA FRANCESCO è tornato in Irlanda dopo la visita di Giovanni Paolo II, avvenuta nel 1979.
Ma nel frattempo il paese cattolico è cambiato e non di poco: già tre anni fa furono legalizzate, dopo un referendum, le nozze gay e quest’anno l’Irlanda ha legalizzato l’aborto. Ma la priorità per Bergoglio è apparsa fin da subito quella di fare chiarezza sugli scandali di pedofilia, benché con molti anni di ritardo, riconoscendo «il grave scandalo» commesso sui minori da parte di «membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli» ricordando «il fallimento delle autorità ecclesiastiche – vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri – e nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti che giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti». E ha fatto riferimento alla sua «Lettera la Popolo di Dio», scritta dopo il dossier shock in Pennsylvania: «La Chiesa deve eliminare questo flagello a ogni costo».

IL PREMIER IRLANDESE, Leo Varadkar, ha preso atto del discorso del papa, ricordando che si tratta di «una storia di dolore e vergogna». Le ferite – ha sottolineato Varadkar – sono ancora aperte e c’è molto da fare per ottenere giustizia, verità e guarigione per le vittime e i sopravvissuti».

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