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Il padre di Assange: «Se rimane in prigione Julian morirà»

Il padre di Assange: «Se rimane in prigione Julian morirà»

Intervista «Mi chiamo John Shipton, sono il padre di Julian Assange e sto girando l'Europa per sostenere la causa della libertà per Julian»

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 23 novembre 2019

Quando è stata l’ultima volta che ha incontrato suo figlio?

Quattro giorni fa nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, lui è lì in isolamento 22 ore al giorno da ormai 10 mesi.

Già nel 2016 una commissione Onu ha dichiarato che Julian veniva detenuto arbitrariamente.

Sì, il Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria dell’Onu ha dichiarato che Julian era detenuto arbitrariamente dalla Svezia e dal Regno Unito e che doveva immediatamente essere liberato, gli doveva essere permesso di viaggiare nel Regno Unito e doveva essere accettato l’asilo che l’Ecuador gli ha offerto e inoltre che doveva essere risarcito per il tempo che è stato chiuso nell’Ambasciata. Il Regni Unito si rifiuta di obbedire alle Convenzioni sul diritto di asilo di cui sono firmatari, allo stesso modo la Svezia si è rifiutata di obbedire alle Convenzioni sul diritto di asilo di cui è anche firmataria.

L’ex diplomatico Murray che era presente all’udienza dello scorso Ottobre ha riportato che le condizioni di salute di Julian sono estremamente preoccupanti..

Sì. Nils Melzer, il Relatore Speciale sulla Tortura dell’Onu è andato nella prigione di Belmarsh con due medici esperti nel riconoscimento degli effetti della tortura, che siano psicologici, fisici o entrambi. Hanno visto che Julian mostra gli effetti deleteri di anni e anni di tortura psicologica fino al punto che Melzer la settimana scorsa ha scritto un altro report dove dice che è molto probabile che Julian morirà in prigione se verrà tenuto lì ancora a lungo.

Sa se Julian può avvalersi dell’aiuto di medici nel carcere che lo aiutino efficacemente, e lei avrebbe la possibilità di fargli incontrare un medico, uno psicologo, qualcuno di cui voi possiate avere fiducia, che lo possa visitare?

No. Gli avvocati di Julian al momento stanno portando avanti la richiesta che Julian dovrebbe scegliersi gli ufficiali medici che si devono prendere cura della sua salute, ma fino ad ora non è stato così, è lo staff medico del carcere che si occupa di Julian.

Ci sono iniziative presso la Corte Europea dei Diritti Umani o tramite il Parlamento Europeo? Si muove qualcosa da parte delle istituzioni che dovrebbero avere il compito di proteggerci?

Sarebbe augurabile, ma la Corte Europea dei diritti umani non esaminerà la causa finché non si esauriscono le altre vie legali negli UK quindi la persecuzione giudiziale di Julian avviene da 9 anni, il Regno Unito e la Svezia continuano la loro persecuzione nei confronti di Julian e vogliono giudiziariamente far rapire Julian per portarlo negli Stati Uniti. Loro adempiono il desiderio degli Usa di distruggere Julian, li aiutano in questo. Ciò rende queste istituzioni insignificanti al di fuori della volontà degli Stati Uniti. Se obbedisci agli Stati Uniti perdi qualsiasi autonomia e divieni un mero strumento di una politica estera che desidera distruggere un giornalista ed editore che ha rivelato la verità. Nient’altro, semplicemente la verità.

Pensa che quello che succede a Julian sia un caso esemplare che il governo Usa vuole mostrare a tutti?

Sì certo. Vedi, tu sei una giornalista, se ciò che fai intervistandomi offende gli Usa loro possono semplicemente chiedere le tua rimozione o la tua estradizione per via delle condizioni speciali che esistono tra Italia e Usa. È un grande pericolo per tutti, è un’oppressione alla libertà di parola e anche un’oppressione alla libertà di associazione.

Sono nove anni che Julian è in questa situazione, pensa che si stia facendo abbastanza? E i media mainstream o i movimenti si occupano sufficientemente di questa situazione?

Suddividerò la risposta in due parti. Noi vedemmo queste pubblicazioni su Der Spiegel, El Pais, The Guardian, che sono mezzi di informazioni europei. Le loro pubblicazioni sono fatte a Londra da staff europeo e Julian per aver svelato le verità sui crimini di guerra ai cittadini europei ha subito nove anni di persecuzione. Riguardo al Parlamento Europeo, ci sarà un evento domani in sostegno a Julian e ci saranno 90 osservatori, parlamentari europei e parlamentari anche dall’Italia, dalla Germania, quindi è l’inizio di un movimento e sono sicuro che questa persecuzione finirà presto. Lo speriamo tutti.

E con riguardo ai movimenti di cittadini o alle organizzazioni che potrebbero arrivare dove le istituzioni non arrivano? Ad esempio, Amnesty International sta facendo qualcosa?

Hanno iniziato adesso, sì..

Hanno iniziato un po’ tardi, no?

Sì. Diciamo che queste istituzioni sono state testimoni di una persecuzione durata nove anni. Tra l’altro vorrei far notare che se nascondi dei crimini, questo è contro la legge. Se nascondi un crimine di guerra vai in prigione per tre anni negli Stati Uniti. Nascondere qualunque crimine è un reato negli Usa. In Australia, dove vivo, è la stessa cosa, e così negli UK. Quindi Julian ha obbedito alla legge e rivelato dei crimini e invece viene punito. Queste istituzioni si dovrebbero comportare in modo da rispettare le loro Costituzioni.

E da parte del governo australiano? Sente di avere sostegno da parte del suo paese?

Non da parte del governo, anche questo adempie pienamente ai desideri degli Usa e ha abbandonato Julian. Però abbiamo sostegno in Parlamento: 11 parlamentari hanno formato il Julian Assange Commitee che ci assisterà in favore della libertà per Julian. Si stanno formando anche commissioni parlamentari in Germania, in Svizzera e in Italia la scorsa settimana, per l’interruzione della persecuzione a Julian. Il fatto è che poi su queste azioni non escono abbastanza notizie sui media mainstream. Il mainstream sembra essere semplicemente un organo delle politiche dei governi ultimamente. Ma stiamo vincendo perché il New York Times, The Guardian, Der Spiegel, il Washington Post, The Sidney Morning, The Herald, hanno tutti scritto editoriali che dicono che Julian non deve essere estradato, quindi si sono resi conto finalmente che se quello che scrivono si rivela una bugia il loro potere si riduce e così il loro denaro. Lo stesso vale per i giornalisti, per loro è importante avere prestigio che li protegga dalle persecuzioni da parte dei governi e delle corporazioni. Quindi il prestigio aumenta tra i giornalisti che sostengono Julian.

Siamo tutti con voi e speriamo di avere presto delle buone notizie e ci auguriamo che tutti coloro che sostengono Julian possano unirsi.

Per questo sono qui, grazie. Vorrei aggiungere che Julian è stato chiuso nell’Ambasciata per anni e anni, impossibilitato a vedere la propria famiglia, a ricevere le visite dei suoi figli e incontrare la madre dei suoi figli: questo è un crimine sopra al crimine. I suoi bambini non hanno fatto niente per offendere gli Stati Uniti. E così Julian: lui ha solo rivelato cose che vengono in nostro aiuto, in aiuto degli Stati europei e delle comunità. Questi sono dei segnali, che si sono evoluti in segnali politici, contro i governi eletti. Puoi guardare su Wikileaks e vedere i Cablo che descrivono da dove vengono e come sono legati agli Stati Uniti. Questo è un grande regalo fatto a tutti, guardando su Wikileaks vedi da dove vengono i leader, come sono disposti, che tipo di tangenti hanno preso, e molto altro.

 

L’intervista video a John Shipton, padre di Julian Assange – fatta da Berenice Galli (CNGNN), montata e pubblicata da Pandora TV diretta da Giulietto Chiesa – costituisce un documento di grande importanza per la difesa della democrazia, sempre più sotto attacco da parte di un sistema politico-mediatico che usa repressione e mistificazione per mettere a tacere la verità. Per meglio comprendere l’intervista, riassumiamo le vicende che hanno portato alla drammatica situazione in cui si trova oggi Julian Assange. Diffondendo al massimo questa informazione si contribuisce alla campagna internazionale per la liberazione di Julian Assange.

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