Cultura

Il pacifismo cattolico, traiettorie e profili

Il pacifismo cattolico, traiettorie e profiliUn’immagine di padre David Maria Turoldo

Scaffale Un percorso di letture tra alcune recenti pubblicazioni. Da un’antologia di testi di David Maria Turoldo, all’ultimo libro di Raniero La Valle

Pubblicato circa un anno faEdizione del 9 agosto 2023

«Terza guerra mondiale a pezzi» è l’espressione con cui papa Francesco descrive la somma dei conflitti sparpagliati nel mondo. Una lettura dei «segni dei tempi» che affonda le radici in un filone «catto-pacifista» sviluppatosi nella seconda metà del ‘900 e arrivato fino a oggi, che sorprende per la sua attualità. È per questo che gli scritti di alcuni di questi autori sono stati riproposti in edizioni critiche, capaci di offrire nuovi chiavi interpretative. Così, Castelvecchi pubblica una piccola antologia dei testi più significativi di padre David Maria Turoldo – saggistici, poetici, «visionari» – sul tema della pace, utopia talvolta divisiva, che però «fa procedere il mondo» (Cercate la pace, a cura di Luigi Giario, pp. 120, euro 12,50). Ha la forma di antologia anche La pace. «Adesso o mai più», che raccoglie dieci interventi di don Primo Mazzolari su Adesso, il periodico fondato dal parroco di Bozzolo che gli procurò le prime frizioni con le autorità ecclesiastiche (a cura di Bruno Bignami e Umberto Zaniboni, Edb, pp. 100, euro 15).

«NON DISCUTIAMO le ragioni della difesa, né di questo né di quelli. Diciamo soltanto che la fatalità della guerra la fabbrichiamo così, credendoci onesti, paladini della giustizia, morendo per la giustizia. Tutti crociati», scriveva Mazzolari nel 1959. «Molte situazioni descritte sono analoghe a vicende contemporanee, si ripetono nella storia – commentano i curatori -. Molte critiche alla corsa agli armamenti vanno bene pure per questa stagione. Le sorti dei popoli sono fortemente connesse tra loro. Le guerre uccidono e aumentano le disuguaglianze. Sono fabbriche di povertà. Presentano il conto salato agli ultimi, vittime innocenti delle violenze dei forti».

Sempre Edb – storico marchio dei religiosi Dehoniani, fallito e rimesso in vita da un gruppo editoriale, Il Portico, guidato da Alberto Melloni – pubblica Duecento lettere di don Lorenzo Milani, scelte da Adele Corradi (storica collaboratrice di Milani a Barbiana), José Luis Corzo e Federico Ruozzi (pp. 416, euro 32). Non sono testi inediti – l’intero epistolario di oltre mille lettere è contenuto nel secondo volume del Meridiano Mondadori di Tutte le opere di Milani a cura di Sergio Tanzarella e Anna Carfora -, ma una significativa selezione di lettere pubbliche e private per conoscere in profondità il pensiero e l’opera di uno dei padri del pacifismo cattolico italiano.

Contiene una riflessione sulle responsabilità della storia il testo di Giuseppe Dossetti «Finché ci sia tempo». Pace, guerra e responsabilità storiche a partire da Monte Sole, nato come introduzione alle Querce di Monte Sole di Luciano Gherardi (Il Mulino, 1986) e ora ripubblicato in forma autonoma da Zikkaron a cura di Fabrizio Mandreoli (pp. 168, euro 12).

La prima cosa da fare «è l’impegno per una lucida coscienza storica e perciò ricordare, rendere testimonianza in modo corretto degli eventi», scrive Dossetti. Non sempre aiuta a non ripetere gli errori del passato, ma serve a interpretare il presente: Dossetti per esempio, spiega Enrico Galavotti, autore di uno dei saggi nel volume, era contrario all’adesione dell’Italia alla Nato, non per pacifismo, ma perché così l’Italia rinunciava ad avere una politica estera, assumendo «acriticamente l’idea di un Occidente fondato sulla democrazia che si contrapponeva a un Oriente infeudato dal totalitarismo comunista, quasi che fosse in atto uno scontro tra il bene e il male» e «riproponendo le più antiche strategie di predominio degli uni sugli altri».

STRATEGIE che costituiscono i precedenti delle guerre del nuovo millennio. Lo spiega bene Raniero La Valle, che di Dossetti è stato «discepolo», nel suo ultimo libro: Leviatani, dov’è la vittoria? Tornino i volti, disimparare l’arte della guerra (Emi, pp. 252, euro 18). Titolo biblico – il Leviatano è un mostro demoniaco simbolo di distruzione e caos – per un volume che attraversa il Novecento alla ricerca delle radici della guerra, avendo sempre presente il sogno della pace. «Armi all’Ucraina, sanzioni alla Russia, porti chiusi ai naufraghi», scrive La Valle: «Torniamo a chiamarli Leviatani, questi Stati sovrani, e facciamo sovrani i popoli, le Costituzioni e la pace».

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