Il nuovo populismo che de-umanizza «l’altro»
Roszke, confine tra Serbia e Ungheria, 2015 – Foto Ap (Christian Bruna)
Cultura

Il nuovo populismo che de-umanizza «l’altro»

Scaffale In «Clockwork Enemy», per Mimesis International, gli autori Alfredo Alietti e Dario Padovan indagano le complesse radici della xenofobia
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 6 gennaio 2021
La polemica contro le élite, la centralità del popolo inteso come entità indistinta, la richiesta di una leadership non mediata dalle organizzazioni collettive, la ricerca di un capro espiatorio a cui addossare la responsabilità dei problemi che attraversano il corpo sociale, comunemente definiti come populismo, costituiscono la cifra della politica contemporanea. PER QUANTO IL POPULISMO non si caratterizzi necessariamente per essere un fenomeno di destra (si pensi all’America Latina), la forma in cui si presenta nell’Europa contemporanea è proprio quella reazionaria. Per questa ragione, Alfredo Alietti e Dario Padovan, nel libro Clockwork Enemy. Xenophobia and Populism in Contemporary Europe (Mimesis...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi