Il no di Sel: «Da Renzi solo chiacchiere da bar»
Vendola Il governatore della Puglia salva solo le cose dette dal premier sulla scuola
Vendola Il governatore della Puglia salva solo le cose dette dal premier sulla scuola
Niente da fare. Se anche qualcuno dentro Sel sperava di sentire da Matteo Renzi qualche parola che lo convincesse a cambiare idea sul governo nascente, è rimasto deluso. A parte i riferimenti sulla scuola, «tutto il resto sembravano conversazioni da bar», commenta Nichi Vendola non appena il premier ha finito di parlare. Una bocciatura netta che non può che portare Sel a confermare il già annunciato no alla fiducia. «Un no convinto» ripete il governatore della Puglia, per il quale in agguato adesso ci sarebbe anche un nuovo pericolo: «Dopo il cagnolino di Monti e la sobrietà di Letta, vedo avanzare un’agiografia su Renzi: il buonismo di regime è la cosa che più detesto».
La bocciature che al premier arriva da Sel è totale e riguarda in particolare la mancanza di programmi su lavoro e politica industriale, ma anche i temi legati ai diritti civili. Nel suo discorso al Senato, Renzi ha lasciato intendere che il governo è orientato a una riforma della cittadinanza che consenta ai figli degli immigrati di ottenere la cittadinanza al termine di un ciclo scolastico, mentre per quanto riguarda le unioni civili sarà già tanto se si arriverà a un compromesso con il centrodestra di Alfano. Che tipo di compresso, poi, è tutto da vedere ma i riferimenti in merito fatti da Renzi non lasciano presagire nulla di buono. Per Vendola ce n’è più che abbastanza per respingere le parole del premier: «E’ stata un’onesta lezioncina di cultura della mediazione – dice il leader di Sel – mentre io non rinuncio allo ius soli nella sua integrità e alla pienezza dei diritti per tutti e tutte». Quanto alla giustizia, «mi ha molto deluso: nemmeno una parola sul sovraffollamento delle carceri e contro le leggi manifesto che hanno riempito le galere».
Da qui la scelta di votare no alla fiducia. «Un no netto e convinto», ripete Vendola. Una bocciatura confermata anche dal capogruppo di Sel alla Camera Gennaro Migliore, convinto che Renzi abbia espresso un programma di governo «solo per titoli», senza scendere mai nel dettaglio dei problemi che la maggioranza dovrà affrontare. Migliore non chiude però completamente la porta al governo: «Siccome la sfida è sul fare, il parlamento potrà essere l’occasione per incrementare questa vocazione. Bisognerà vedere se il governo sarà attento alle proposte che vengono dal parlamento, ad esempio il nostro piano del lavoro».
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