Era il G.Mastorna che aveva immaginato per lui Federico Fellini a rappresentare al meglio, dice David Riondino, «la tenerezza e al contempo la simbologia funebre» dei personaggi incarnati da Paolo Villaggio: «Sempre a cavallo con l’aldilà, accompagnati dalla consapevolezza che bisogna morire. Una danza macabra virata sull’ironia».     L’attore e cantautore ricorda dunque il collega scomparso ieri – e «il suo nichilismo gioioso e angelico» – attraverso il celebre film mai realizzato di Fellini, Il viaggio di G. Mastorna appunto, in cui il protagonista – un violoncellista – dopo un viaggio aereo tribolato atterra a Colonia e «si accorge...