Si racconta che quando il giovane Allen Ginsberg visitò Oxford si fece indicare la stanza dell’University College che era stata quella dello studente Shelley (espulso dopo un anno per aver firmato un libretto su La necessità dell’ateismo), vi irruppe con i suoi sodali e con grande sconcerto degli allora occupanti si mise a baciare pavimento e pareti salmodiando. Non so se baciò anche la bella statua, piuttosto androgina, di Shelley morto per acqua esposta nel Memorial dello stesso College (che così in ritardo riparò alla cacciata dello studente più illustre). Perché questa passione shelleyana dei Beat? Anche Gregory Corso d’ogni...