Doveva essere un giorno di rinnovato slancio politico per Giuseppe Conte: in mattinata esce con una lunga intervista al Corriere della sera, pranzo col segretario dem Enrico Letta e nel pomeriggio un post Facebook con le richieste del M5S a Mario Draghi sulla legge di bilancio. Un’uscita che serve a rassicurare i parlamentari che giovedì scorso in assemblea gli avevano chiesto di essere più visibile sul piano dei rapporti con il governo.

Ma Conte deve cimentarsi con il protagonismo di due personaggi che in forme diverse incombono sul futuro del M5S. Uno è Luigi Di Maio, che da qualche giorno centellina anticipazioni della sua prima opera letteraria: Un amore chiamato politica. L’altro è Alessandro Di Battista, che ha dato ieri l’annuncio della prima tappa del suo giro del paese. L’iniziativa ricorda molto il lancio di un nuovo soggetto politico. Di Maio non risparmia qualche critica alla gestione della crisi del governo Conte bis: «Non ho mai compreso – scrive Di Maio – perché per qualcuno fosse più sano governare con i cosiddetti responsabili piuttosto che consolidare la maggioranza, che avrebbe invece permesso al M5S di continuare a esercitare una leadership nell’esecutivo». Per non parlare del retroscena sulla scelta di Conte come premier: non era esattamente in cima alla lista, visto prima di interpellare l’avvocato di Volturara Appula andarono da Giulio Sapelli. L’economista, racconta Di Maio, gli fece un ottima impressione: mostrò di avere idee sulla collocazione geopolitica e su ritorno delle partecipazioni statali che convergevano con quelle dei contraenti il patto di governo. Poi però, è la versione del ministro degli esteri, Sapelli fu poco prudente, rilasciò un’intervista e consentì che i giornali bruciassero il suo nome. E allora Salvini e Di Maio si rivolsero a Giuseppi.

Di Battista, ormai fuori dal M5S perché in dissenso con il governo Draghi ma sempre prodigo di parole rispettose per Conte, conferma il progetto di tornare al M5S anti-Casta. «Sarà un percorso di controinformazione e di politica – spiega l’ex deputato grillino – Proveremo a rimettere al centro del dibattito pubblico temi nascosti e dimenticato nell’era del governo di tutti». Prima tappa a Siena il 30 ottobre, con l’ex sottosegretario all’economia Alessio Villarosa, anche lui fuori dal M5S. Per prenotare un posto bisogna cliccare su Rousseau. Un altro indizio delle intenzioni di Di Battista.