Nessun pathos. La sola suspense riguarda il numero dei dissidenti nel Movimento 5 Stelle. Alla fine saranno quattro, Grassi, Lucidi, Urraro e Paragone. I primi tre avevano già bocciato, poche ore prima, il decreto Sisma, nonostante la fiducia. Il loro no sembra quindi preludere a un vero e proprio cambio di campo con l’ingresso nel gruppo della Lega, mentre Gianluigi Paragone specifica che il suo no è contro «il Mes che è dentro la struttura neoliberista europea» ma non è «prodromico» al cambio di casacca. LA RISOLUZIONE di maggioranza, approvata la mattina alla Camera, passa comunque con comodo anche la...