Quando il gatto non ci sarà
Il colonnino infame Il nuovo Premier dove per forza essere all’altezza del vecchio, sennò...
Il colonnino infame Il nuovo Premier dove per forza essere all’altezza del vecchio, sennò...
Non solo bollette: al mercato, in forte rialzo pure le quotazioni dei finocchi (+230%), delle bistecche (+100%), del salmone (+78%) e, negli ospizi, del semolino (+3500%). Ciò nonostante in fortissimo rialzo anche le quotazioni di Mario Draghi al Quirinale. Ma se quello molla Palazzo Chigi per l’ermo Colle, al governo cosa accadrà? Già mo’ i topi si lanciano in vorticosi giri di valzer… e quando il dragatto non c’è più quelli che fanno? si mettono a ballare la taranta? Ok, a stabilizzare tutta ‘sta balera ci sono pur sempre i nostri fieri deputati che dalle poltrone non si alzano più manco per andare in gabinetto (coi poveri commessi costretti a far su e giù per l’emiciclo con pale e pappagalli…) ma basterà cotanto attaccamento alle Istituzioni? La verità è che il nuovo Premier dove per forza essere all’altezza del vecchio Draghi.
Nel Pd, lo scaltro Marcucci imbeccato dallo scaltrissimo Renzi, suggerisce un, di Draghi, sosia perfetto: basterà che stia ancor più zitto dell’originale, in subordine un bravo imitatore magari ventriloquo in modo che nelle conferenze stampa possa farsi domande e risposte da solo; ma Letta dice no, lui vuole una donna: non la Bindi -troppo divisiva- e nemmeno Cicciolina -troppo inclusiva- magari una come Vera Gemma, la figlia del grande Giuliano che vanta in curriculum una solida esperienza di domatrice di leoni e tigri siberiane, proprio quel che ci vorrebbe per tenere a bada belve leghiste e iene renziane. Giuseppi Conte punterebbe invece tutto su un Mago: non Sylvan -troppo vecchio- non il Divino Otelma -troppo grasso- magari quel Salamini considerato da tutti il Re degli ipnotisti, uno che con un secco «a me gli occhi» potrebbe zittire la logorroica pattuglia dei berluscones Brunetta, Gelmini e Carfagna. E Salvini?
Lui sogna uno con le palle e non solo metaforiche, scartate quindi Moratti e Casellati -e dopo il forzoso outing di Morisi altri dubbi «machi» del suo cerchio magico- Matteone punterebbe al nazionalista e patriota no-vax più famoso del mondo: Djokovìc! «Nazionalista e patriota sì… ma della Serbia!», gli fa notare Giorgetti; «stai sereno Giancarlo», sbotta lui, «abbiamo naturalizzato l’uruguaiano Luis Suarez in mezzora per far vincere la Juve… e qua si tratta di far vincere la Lega! e poi lui è oriundo, di cognome il nonno faceva Diocovìcio.» Sarà vero? se sì, per l’ammucchiata di governo sarà una bella virata a destra: i rossi s’impuntano? una battuta in capa a Speranza, uno smash in capa a Orlando e il match è chiuso senza il sinistro green-pass.
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