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Il manifesto nell’occhio del ciclone elettorale dell’Emilia Romagna

Il manifesto nell’occhio del ciclone elettorale dell’Emilia Romagna

Cento cene Al Centro Costa di Bologna, nel piatto la partita per la regione

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 19 dicembre 2019

Un’affollata cena in sostegno del manifesto al “Centro Costa” di Bologna, di fronte alla Cineteca in cui, negli stessi momenti, avveniva la conferenza stampa di Ken Loach. Una cena particolarmente importante, dato il momento politico legato alle prossime elezioni in Emilia Romagna.

Poche ore prima l’Istituto Cattaneo aveva presentato un suo studio sulle intenzioni di voto per la Regione, evidenziando alcuni dei temi che interrogano la sinistra, non solo a livello locale.

La distanza tra le percezioni in ordine alla buona amministrazione del Partito democratico nelle aree urbane e quella invece di segno diverso espressa dai segmenti periferici che si sentono per certi versi abbandonati alla loro marginalità. Come le aree della montagna, le differenze generazionali tra conservatorismo degli anziani e voglia di cambiamento nei ragazzi, anche recentemente intercettate e rese plasticamente dal movimento delle Sardine, nato a Bologna, e via enumerando.

Un insieme di riflessioni molto articolate, che però sfociano chiaramente sull’evidenza di una contendibilità della Regione da parte della destra, con circa mezzo milione di voti ancora ondeggianti.

Temi elaborati in uno dei brevi interventi che hanno animato la cena, nello specifico quello del Presidente del Cattaneo Piergiorgio Ardeni, anche collaboratore del manifesto, che ha preso spunto dall’animata discussione del suo tavolo, avvenuta nel più puro stile della militanza politica engagé: volti accalorati, brindisi al passato ed al futuro, vecchie divisioni che venivano rievocate in nome di nuove unità di fronte all’avversario comune.

Chi scrive ha discretamente girato tra i tavoli, oltre che per assicurarsi che la cena fosse di gradimento dei commensali, cogliendo segmenti di vissuti che oggi, a cinquanta anni dalla strage di Piazza Fontana, hanno ancora un valore che va ben oltre la semplice testimonianza personale.

Diversi ragazzi si sono infatti appassionati a queste storie, potendo così collegare il loro presente ad un passato che, per quanto recente, non era nella loro memoria.

Tra i convitati molti volti storici della sinistra bolognese, dallo psichiatra Gianni De Plato a Sergio Caserta, animatore del circolo del manifesto ed impegnato in una difficile campagna elettorale con la pattuglia di “Emilia Romagna Coraggiosa”. Difficile per una sinistra di alternativa che si trova a fronteggiare a livello locale, sia la critica al modello di sviluppo che il Pd ha prediletto negli ultimi anni, più vicino alle classi medie urbane e produttive che alle periferie, sia la necessità di arginare una destra che può seriamente aspirare alla vittoria.

Tra gli altri collaboratori del giornale, Franco Farinelli, il geografo autore di diversi saggi accademici su una disciplina che ha sempre definito come tutt’uno con la filosofia, ed esponenti del pacifismo di matrice libertaria come Horst Wiedemann mediatore culturale già in tempi non sospetti.

Alla fine della serata il ringraziamento di Tommaso Di Francesco, che ha riassunto brevemente la fase che attraversa il giornale, sottolineando la prospettiva di inserire il sostegno alla testata nell’ambito di un impegno politico ed anche culturale orientato dalla necessità di dare voce a strumenti critici ancora in grado di saper leggere la complessità del mondo contemporaneo senza pericolose semplificazioni.

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