Visioni

Il mal d’Africa di Bombino

Il mal d’Africa di BombinoBombino

Note sparse «Deran» segna il ritorno del chitarrista e cantante nigerino, un album che si apre ad altre esperienze

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 6 giugno 2018

Ascoltando Deran, il nuovo lavoro di Bombino pubblicato dalla Partisan Records, la percezione più chiara e netta è quella di un album che rispetto ai precedenti, include una maggiore ariosità e lucentezza. Sembra di ravvisare una sorta di quiete diffusa, la quale ovviamente assume forme e arrangiamenti dissimili in base alle incisioni presenti, ma che rimane comunque il carattere distintivo del disco. La riprova sta tutta nei passaggi più energici, come nel caso dei brani Deran Deran Alkheir e Ouhlin, piccoli gioielli di potenza tenuta adeguatamente sotto controllo. Azzeccato e funzionale alle esigenze narrative è l’ingresso in modo significativo dei suoni in levare, che donano una sensazione di leggerezza, come testimoniano il singolo Tehigren e il tema di Tenesse, forse uno dei momenti meglio riusciti di Deran. ù

Un progetto per il chitarrista e cantante nigerino, che sembra quasi fermare nel tempo e nelle intenzioni un momento di maturità e riflessione artistica. Dopo il lungo peregrinare in un tour planetario pressoché permanente negli ultimi anni, che gli ha valso il raggiungimento di una caratura internazionale grazie a presenze nei festival mondiali di maggior blasone, Bombino con questo nuovo lavoro ha voluto sottolineare l’esigenza di un «…avvicinamento all’Africa», come ha spiegato in alcune dichiarazioni ufficiali a margine della presentazione del disco.

Deran è stato registrato a Casablanca e ha implementato oltre i componenti della band, anche il percussionista marocchino Hassan Krifa e il cantante, nonché suo cugino, Anana ag Haroun, leader del gruppo tuareg Kel Assouf di stanza in Belgio. Dalla stessa formazione è sopraggiunta in supporto anche la vocalist Toulou Kiki, già nota al grande pubblico come attrice, in particolar modo nella pluripremiata pellicola Timbuktu di Abderrahmane Sissako.

A suggello delle intenzioni del leader band, arrivano le canzoni più vicine alla tradizione tuareg: Midiwan, Adounia Idagh e Adouagh Chegren le quali mescolando melodie elettriche ed acustiche con percussioni ipnotiche ed evocative, toccano alcuni dei sotto stili principali della musica del deserto. L’esito di questo intreccio è positivo, riuscendo a trasportare l’ascoltatore in un territorio musicale sicuramente non più originale, ma indiscutibilmente affascinante. Bombino, attualmente impegnato nel tour, sarà in Italia il 16 giugno a Bologna, il 20 a Roma a VIlla Ada, il 31 luglio a Carpi e il 3 agosto a Oristano.

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