Rubriche

Il lusso esclusivo si chiama così perché esclude, anche la visita

Il lusso esclusivo si chiama così perché esclude, anche la visitaIl Bosco verticale di Boeri

Habemus Corpus Se la povertà la si confessa malvolentieri perché non rende orgogliosi, la ricchezza molto spesso preferisce nascondersi perché conosce benissimo i propri privilegi. Ne ha fatto recente esperienza la regista Serena Sinigaglia con il suo spettacolo El nost Milan parte seconda,

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 13 dicembre 2023

Se la povertà la si confessa malvolentieri perché non rende orgogliosi, la ricchezza molto spesso preferisce nascondersi perché conosce benissimo i propri privilegi. Ne ha fatto recente esperienza la regista Serena Sinigaglia con il suo spettacolo El nost Milan parte seconda, in scena al teatro Carcano di Milano. Ispirato all’omonima commedia di Carlo Bertolazzi divisa in due atti (la povera gent e I sciori), che debuttò proprio al Carcano nel 1893, il progetto è un esperimento di teatro sociale che ha coinvolto i laboratori tenuti dalle compagnie ATIR, Proxima Res, Pem ed Eco di Fondo in diversi municipi della città per confluire in tre eventi dove sono gli stessi cittadini a narrare la metropoli meneghina. La prima parte, dedicata ai poveri, è andata in scena nel 2022. La seconda, che riguarda i signori, è in cartellone dal 13 al 17 dicembre prossimi (ci saranno 160 persone sul palco), nel 2024 sarà allestito il testo originale di Bertolazzi.
In un’intervista al Corriere della sera, Sinigaglia e la co-direttrice dei progetti sociali di Atir, Nadia Fulco, hanno detto che l’obiettivo era entrare nei luoghi più rappresentativi, farne esperienza e raccontarli. Se con gli spazi della povertà non ci sono stati problemi, grazie anche all’associazionismo, quando si è trattato di accedere nel lusso di spa, hotel, ristoranti e case private si è alzato un muro. Un esempio su tutti. Per visitare un appartamento del Bosco Verticale avrebbero dovuto versare una caparra di 5000 euro. È un po’ come quei quartieri di lusso, spesso statunitensi, fattesi enclave con tanto di security all’ingresso della via dove è impossibile accedere se non si è residenti. E’ un modo per dire «Noi siamo noi e voi state alla larga», altro che città condivisa.

CERTA ricchezza sa bene che è meglio non mettersi in mostra. Perché mai dovresti suscitare l’invidia di chi deve accontentarsi di vivere in periferia in appartamenti grandi come la tua cabina armadio? Perché il mondo comune dovrebbe sapere che ti puoi permettere una guardarobiera che si occupa solo del reparto scarpe o sa dividere perfettamente le trenta pochette dalle shopper e mettere le dieci gonne color lampone in gradazione di peso e sfumature?

CHE VANTAGGIO possono trarre quelli che fanno fatica a pagare la bolletta del gas dal conoscere che negli ultimi cinque anni hai dovuto cambiare l’intera cucina due volte perché alla Pantone ogni anno decretano il colore, appunto, dell’anno, e sono passati dal Classic Blue del 20 al Peach Fuzz del 24 transitando per l’Ultimate Gray nel 21 e il Viva Magenta nel 23? E poi, che disagio esistenziale sarebbe per le donne che hanno imparato a convivere con le rughe se scoprissero che altre donne spendono l’equivalente del loro salario annuale in massaggi e trattamenti rassodanti, rimpolpanti, schiarenti, leviganti, illuminanti e rimodellanti? Certe cose è meglio non farle sapere perché dopo, magari, a quelli lì dei ceti normali gli si scalda la testa e protestano.
C’è un lusso esageratamente esibito, che spesso è quello dei nouveaux riches, e ce n’è uno tenacemente riservato che di solito è quello dei ricchi sfondati e consolidati che, tuttavia, non possono nascondere proprio tutto a tutti perché un maggiordomo, una colf, un autista, un giardiniere, un cuoco lo devono avere se non vogliono imparare l’arte della lavatrice o del ferro da stiro. Per questo la regina Elisabetta distribuiva laute mance alla servitù degli alberghi in cui soggiornava. Sapeva che se un ricco fa troppo il taccagno con chi gli pulisce il wc, prima o poi il mondo potrebbe venire informato di che colore e forma ha la tua cacca.

mariangela.mianiti@gmail.com

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento