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Il lungo viaggio del «consumattore» per un’economia più sostenibile

Molte cose sono cambiate da quando, nei primi anni ’90, in Italia iniziava l’esperienza delle prime Botteghe del Commercio Equo e Solidale, esperimento quasi unico per la sua organicità in […]

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 23 dicembre 2021

Molte cose sono cambiate da quando, nei primi anni ’90, in Italia iniziava l’esperienza delle prime Botteghe del Commercio Equo e Solidale, esperimento quasi unico per la sua organicità in Europa ed espressione di una fitta rete di soggetti della società civile che hanno iniziato a interrogarsi sulle modalità di costruire un’economia sostenibile sotto ogni punto di vista. È la fotografia di un percorso che emerge nitida dal libro edito da Altreconomia Consumi o scegli? Il potere della sostenibilità per cambiare l’economia, di Alessandro Franceschini, Presidente di Altromercato.

IL VOLUME E’ ARRICCHITO dai contributi di Massimo Acanfora, Elena Maria Scaramuzza, Paolo Iabichino, Marco Fazio, Cristiano Calvi, Sio e don Luigi Ciotti, che nella prefazione sottolinea come, se da una parte il movimento abbia visto un numero sempre crescente di persone consapevoli del potere del loro gesto al momento dell’acquisto, altri settori del mercato abbiano guadagnato terreno, come quello del fast fashion, uno dei più inquinanti e con minori tutele per chi vi è impiegato, espressione della tendenza ancora non appagata a un consumo dell’usa e getta.

«DIVENTA ALLORA fondamentale continuare ad avanzare su un doppio binario. Da una parte migliorando i nostri stili di vita, e provando a contagiare – in positivo – chi ci è più prossimo. E dall’altro non rinunciando a esercitare pressioni sul mondo dell’economia e della politica, a chiedere con forza regole più stringenti per i grandi operatori economici, incentivi per l’economia circolare e per le produzioni etiche, nuovi paradigmi di sviluppo che non lascino indietro nessuno», afferma il fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera.

CON QUESTO LIBRO, Alessandro Franceschini ci conduce con intuizione e conoscenza in un viaggio nel mondo del consumo critico a partire dai suoi albori, in cui emerge la figura del consummattore, «chiamato a risvegliarsi dopo l’ubriacatura da campagne pubblicitarie degli anni Ottanta, dove – lo ricordiamo – prende piede la tv commerciale e dilaga una prospettiva di appagamento edonista legato all’acquisto», e l’affermarsi di una realtà sempre più articolata nelle esperienze dei Gruppi d’Acquisto Solidale, la finanza etica e le Botteghe.

FA DA SPECCHIO Altromercato, principale realtà del Commercio Equo e solidale in Italia e una delle maggiori nel mondo, a partire dalla necessità di ripensare se tessa in un panorama economico profondamente cambiato, in cui si fa avanti la selva di una sostenibilità spesso funzionale solo alle campagne di greenwashing della Grande Distribuzione Organizzata e il capitalismo della sorveglianza analizzato da Zuboff Shoshana, in cui la digitalizzazione permette, tra le altre cose, di inviare messaggi pubblicitari ad hoc in base alle nostre esperienze e relazioni.

IN QUESTO CONTESTO si rende necessaria una profonda riflessione sul modo in cui possono differenziarsi le realtà che invece sono «native sostenibili», cioè «che hanno fatto della sostenibilità sin da subito il tema centrale, e che ora si trovano in difficoltà rispetto a un rumore di fondo di soggetti dell’economia convenzionale che di fatto hanno usato gli stessi linguaggi per affermare pratiche non sempre rivoluzionarie. Il libro nasce dall’esigenza di riaffermare il dialogo con il consumatore, per entrare nel merito di come utilizzare le filiere perché siano veramente sostenibili», ha spiegato l’autore.

COME HANNO DIMOSTRATO le affollate piazze dei movimenti giovanili per la giustizia climatica, per esempio, mostrando nuove generazioni più esigenti verso il modello di produzione di ciò che consumiamo, l’attivismo in prima persona è ciò che fa sperare l’uscita dalla «passività digitale» in cui siamo immersi. E’ in questo quadro che si va delineando oggi la figura del consumattivista,«che scende nelle piazze fisiche e virtuali, che agisce nel concreto per cercare un cambiamento, che ci mette la faccia (e non solo sulla propria foto profilo)».

PERCHE’, COME FA NOTARE Alessandro Franceschini, «il rischio è che si avveri l’assunto del Gattopardo: se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».

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