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Il low-cost diventa intercontinentale

Il low-cost diventa intercontinentaleUno scorcio di Manhattan

Trasporto aereo Norwegian Airlines annuncia voli da Fiumicino a New York, Los Angeles e San Francisco, nuova mossa nel risiko fra le compagnie a basso prezzo come Level e Boost per i voli transatlantici.

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 1 giugno 2017

Ora l’assalto delle compagnie low-cost punta dritto ai collegamenti intercontinentali. Di fronte all’arrivo in questo 2017 di Level che fa parte di Iag (British Airways, Iberia e Vueling), e di Boost collegata ad Air France-Klm, non si è fatta attendere la risposta di una low-cost “storica” come Norwegian Airlines. Così dal prossimo novembre la compagnia di Oslo collegherà con voli low-cost Roma a New York (aeroporto di Newark) e a Los Angeles. Inoltre da febbraio 2018 sarà possibile decollare da Fiumicino anche alla volta di San Francisco- Oakland.
Ad annunciare le nuove tratte il ceo della compagnia, Bjorn Kjos, nel corso di una conferenza stampa in cui sono stati anticipati anche prezzi in teoria quasi imbattibili: a partire da 179 euro per la sola andata verso New York, e 199 euro verso Los Angeles o San Francisco. “Siamo davvero felici di annunciare l’avvio dei primi voli a lungo raggio da Roma alla volta di tre grandi città statunitensi – ha detto Kjos – e speriamo di poter annunciare presto altre novità”. Dal canto suo il responsabile dell’area commerciale della compagnia Thomas Ramdahl ha puntualizzato: “Roma è una delle destinazioni turistiche più importanti del mondo, e tra le preferite degli americani, così era per noi una scelta obbligata visto che vogliamo continuare a crescere nella presenza transatlantica”.
Per Norwegian Airlines le tratte transatlantiche non sono una novità. Solo negli ultimi dodici mesi sono partite dieci nuove rotte da città come Belfast o Edimburgo verso piccoli scali come Newburgh e Providence ma molto vicini a New York e Boston. Il tutto a partire, in teoria, dal prezzo davvero record di 69 euro. Non mancano poi tratte dirette, ad esempio da Barcellona o Parigi a New York (aeroporto Kennedy), con ulteriori collegamenti infracontinentali per raggiungere la base di partenza.
In teoria l’arrivo dei viaggi intercontinentali sulle low-cost dovrebbe chiudere ogni porta alle compagnie più grandi, compresa Alitalia. In realtà però, come evidenziato pochi mesi fa da un’inchiesta di Bloomberg, i tanti costi aggiuntivi che le low-cost impongono – i cosiddetti extra – per i bagagli, i pasti e le altre necessità dei viaggiatori, fanno sì che i prezzi complessivi arrivino molto vicino a quelli delle compagnie aeree tradizionali. Per giunta, come d’altronde c’era da aspettarsi, non si riesce quasi mai a prenotare secondo le tariffe più basse indicate nelle campagne pubblicitarie.
L’analisi comparata fatta dall’agenzia statunitense sulla compagnia più consolidata che è Norwegian, su quella sulla carta più ambiziosa, visti i “padrini”, che è Level, e su quella islandese Wow che è in crescita dopo aver avviato a prezzi concorrenziali voli diretti da Reykjavík per Boston, Chicago, New York, Los Angeles, Montreal o Toronto, porta come risultato un sostanziale livellamento dei prezzi con le altre compagnie più grandi.
Va da sé poi che, visto il costo del lavoro generalmente più basso, le low-cost sono in grado di essere comunque concorrenziali. Anche se nessuno, su questo fronte, riesce ad avvicinare Ryanair, che è sì continentale ma il cui costo del lavoro è ad esempio pari alla metà del costo per passeggero di Easyjet, e addirittura un terzo del costo per passeggero di Norwegian. L’altra faccia della medaglia è che nel vettore irlandese non esistono relazioni sindacali, come da anni denunciano sia i sindacati confederali che quelli di base. Nel rigoroso silenzio dei cosiddetti “regolatori” del settore del trasporto aereo.

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