Il lockdown è nei fatti. Toscana e Campania rosse, altre 3 arancioni
Covid Semi-chiuse Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche. In giallo solo cinque regioni. Il Cts: ora cambiare i 21 indicatori
Covid Semi-chiuse Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche. In giallo solo cinque regioni. Il Cts: ora cambiare i 21 indicatori
Una settimana fa l’Italia era prevalentemente gialla, tranne qualche macchia rossa e arancione tra il Nord Ovest, la Sicilia, la Calabria e la Puglia. Da ieri di giallo è rimasta solo qualche macchia in Veneto, Lazio, Molise, Trentino e Sardegna.
Con le nuove ordinanze firmate in serata dal ministro della Salute Speranza (in vigore da domani) altre regioni cambiano colore e dunque livello di rischio: la Toscana- che il 9 novembre era passata da gialla ad arancione -ora diventa rossa. Così la Campania, dopo l’invio degli ispettori del governo negli ospedali e un fiume di polemiche: direttamente da giallo a rosso.
Un solo salto di colore per Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche che da gialle diventano arancioni. E si aggiungono a Umbria, Abruzzo, Basilicata e Liguria. Nove in tutto. L’Italia è quasi tutta chiusa. Il presidente della Toscana Eugenio Giani esprime «sorpresa e amareza» per la decisione. «I dati erano in miglioramento».
UN PEGGIORAMENTO RAPIDISSIMO della situazione, che si basa sul monitoraggio dei dati del periodo tra il 2 e l’8 novembre fatto ieri dalla cabina di regia sul Covid e poi analizzato dal Comitato tecnico scientifico. Un peggioramento che riguarda soprattutto la pressione sugli ospedali. «Questa settimana l’Rt sembra essere leggermente diminuito, da 1,7 a 1,4, ma si trova comunque al di sopra di 1 e questo rappresenta solo un primo segnale di una diminuzione della trasmissione che potrebbe essere attribuita ai provvedimenti che sono stati sinora presi», ha spiegato Gianni Rezza, direttore del dipartimento prevenzione del ministero della Salute. «Purtroppo però il virus circola in tutto il paese e si verifica un preoccupante aumento sia dei ricoveri ospedalieri, sia di quelli in terapia intensiva», ha spiegato Rezza.
«Il calo dell’Rt è una prima notizia confortante, ma va portato il prima possibile sotto 1», ha detto Speranza al Tg1. «Saranno mesi non facili, di resistenza, ma la luce in fondo al tunnel si vede. Presto la scienza ci offrirà vaccini efficaci e sicuri, cure nuove, e nel giro di qualche mese saremo nelle condizioni di programmare un’uscita da questa stagione così difficile».
DA QUELLO CHE EMERGE dalla cabina di regia, l’Rt è sopra 1,5 in Campania (1,62) e Toscana (1,8), uno scenario 4, di qui la scelta della zona rossa che corrisponde al semi-lockdown. Mentre Emilia, Fvg e Marche presentano un rischio 3 e Rt tra 1,25 e 1,55. Cala l’indice Rt in Lombardia (1,46) e Piemonte (1,31): con i nuovi dati rientrebbero in uno scenario arancione, dunque in miglioramento. Ma per poter cambiare colore- e quindi regole per i cittadini- servono almeno due settimane di dati in calo, dunque se ne parla venerdì prossimo. Migliora la situazione anche in Sicilia (1,13) , che resta arancione ma potrebbe passare al giallo tra una settimana.
Resta il problema dell’afflusso dei dati e degli ormai famosi 21 parametri per stabilire il livello di rischio delle regioni. Nella riunione del Cts del 9 novembre, i tecnici all’unanimità hanno messo a verbale la richiesta di «riconsiderare la valenza degli originali 21 indicatori», di «rivalutare il peso relativo dei singoli indicatori» e di «garantire un supporto operativo alle regioni che non riescono a garantire un flusso tempestivo dei dati». Nel testo, firmato anche da Rezza, Brusaferro e Locatelli si chiede anche di «chiarire le modalità di coinvolgimento del Cts nella predisposizione delle ordinanze» con cui il ministro cambia i colori delle regioni. Parole che fanno capire quanto sia confusa la situazione anche nella “war room” che decide i destini degli italiani.
I DATI DI IERI NON AIUTANO l’ottimismo. I contagi hanno superato quota 40mila (con un aumento dei tamponi a 254.908, +20.236 rispetto al giorno prima). I decessi sono stati 550. L’aumento maggiore si è registrato in Lombardia (+10.634), seguita da Piemonte +5.258, Campania +4.079 e Veneto +3.605. I positivi sono 663.926, di cui 30.914 ricoverati nei reparti normali e 3.230 in terapia intensiva (+60).
Nel report elaborato ieri da cabina di regia e Cts si legge che «nella maggior parte del territorio la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 3». In tutta Italia «si registra il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione degli ospedali». Peggiora la capacità di tracciamento dei contagi.
«Ci auguriamo che il plateau dei contagi, la soglia massima, sia stato raggiunto e ora inizi l’appiattimento», ha detto ieri Giuseppe Conte. Il premier si è sbilanciato sul tema scuola: «I dati ci dicono che le scuole non sono focolai». «Non siamo fuori pericolo, ma le misure stanno iniziando a produrre i loro effetti», ha detto Conte. «Novembre sarà dedicato a contenere la curva, ma non significa che a dicembre ci sarà una catarsi liberatoria, ci abbracciamo tutti…». Per Natale, se le cose non peggioreranno, «potremo evitare misure più restrittive». «Natale è un momento di raccoglimento spirituale e con tante persone non viene troppo bene…», la battuta del premier.
NEL LAZIO SI TIRA UN SOSPIRO di sollievo. Zingaretti ha firmato un’ordinanza per vietare i mercati la domenica e chiudere i centri commerciali sopra i 2500mq in tutta la regione. «A Roma stiamo ancora tendendo la situazione sotto controllo», spiega. «Chiedo scusa per le file ai drive in, me ne assumo la responsabilità».
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