«Il lavoro di oggi, la pensione di domani» secondo Pasquale Tridico
Il caso Una riflessione ad alta voce, e dall’interno, sulle condizioni del nostro sistema pensionistico e di sicurezza sociale, che assume ora i contorni di un lascito istituzionale, perché Tridico è stato di fatto rimosso dalla sua carica, a quattro anni esatti dalla nomina. Il volume edito da Solferino sarà presentato oggi alle 17 alla Fondazione Basso di Roma
Il caso Una riflessione ad alta voce, e dall’interno, sulle condizioni del nostro sistema pensionistico e di sicurezza sociale, che assume ora i contorni di un lascito istituzionale, perché Tridico è stato di fatto rimosso dalla sua carica, a quattro anni esatti dalla nomina. Il volume edito da Solferino sarà presentato oggi alle 17 alla Fondazione Basso di Roma
È molto utile leggere oggi gli undici capitoli dell’appassionato, ricco di dati e agile volume che Pasquale Tridico, presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, attualmente commissariato dal governo Meloni, ha scritto con il giornalista del Corriere della Sera Enrico Marro, Il lavoro di oggi la pensione di domani. Perché il futuro del Paese passa dall’Inps per Solferino (pp. 195, euro 16), nella collana Ritagli diretta da Massimo Franco.
SI TRATTA DI UNA RIFLESSIONE ad alta voce, e dall’interno, sulle condizioni del nostro sistema pensionistico e di sicurezza sociale, che assume ora i contorni di un lascito istituzionale, perché Tridico è stato di fatto rimosso dalla sua carica, a quattro anni esatti dalla nomina avvenuta il 19 maggio 2019, con il governo Conte I, mantenuta nel secondo governo Conte e quindi anche con Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Tridico, professore di Politica economica all’Università di Roma Tre, tra giugno 2018 e primavera 2019 fu consulente di Luigi Di Maio, allora Ministro del lavoro e dello Sviluppo economico, nonché vicepresidente del Consiglio, e divenne l’artefice principale dei due decreti legge che caratterizzarono la prima stagione governativa pentastellata: il «decreto Dignità (luglio 2018), che in sostanza limitava i contratti a termine, e il Reddito di cittadinanza (e Pensione di cittadinanza, Rdc/Pdc, gennaio 2019), ovvero l’assegno universale a sostegno dei poveri».
DUE INTERVENTI normativi smontati dal decreto legge n. 48/2023, quel «Decreto Lavoro» pomposamente adottato nel Consiglio dei ministri del Primo Maggio scorso, e in attesa di conversione in legge, con il quale il governo Meloni disarticola quelle riforme, oggetto di violento scherno da parte di una destra che le ha sempre beffardamente definite come «paghetta di Stato».
Perciò fa bene Tridico a ricordare come nel 2019, anno di entrata in vigore del Rdc/Pdc, «l’Italia era l’unico Paese in Europa a non avere una misura universale di lotta alla povertà», mentre erano passati decenni dalla previsione di una protezione sociale universale contenuta nel Piano Beveridge (1942) e introdotta nel Regno Unito con il Governo Attlee (1945), fino all’adozione del reddito minimo di inserimento nella Francia di Mitterrand e Rocard nel 1988, nel solco di quel modello sociale europeo che in Italia appariva come un’evanescente utopia.
Un’altra epoca, un altro secolo, gli stessi anni in cui Federico Caffè dava alle stampe il suo ultimo libro, prima di scomparire nel nulla, In difesa del Welfare State (Rosenberg & Sellier, 1986).
TESTO E AUTORE assai cari ai lettori del manifesto e che Tridico evoca come esortazione per preservare la conquista dei sistemi di Welfare «da vecchie e nuove minacce», quindi adeguare e rilanciare gli strumenti di protezione e promozione sociale alle trasformazioni avvenute nella crisi della società salariale e non retrocedere in quella discriminatoria e iniqua suddivisione tra “poveri occupabili e non” che guida l’attuale Governo in una deprimente rincorsa tra poveri al lavoro e lavori poveri.
Osserva in conclusione lo stesso Tridico che una recente Raccomandazione del Consiglio Ue (30/1/2023) invita gli Stati membri a prevedere «il diritto a un adeguato reddito minimo», occupabili o meno che siano quelle persone in carne e ossa minacciate da una politica governativa che svuota dall’interno il nostro già affaticato modello di Welfare, mentre i movimenti rispondono con la manifestazione «ci vuole un reddito» per sabato 27 maggio a Roma, nella silente desolazione delle opposizioni.
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Il volume sarà presentato oggi a Roma: ore 17, presso la Fondazione Basso, via della Dogana Vecchia 5 e anche in streaming sul canale YT della Fondazione, alla presenza dell’autore e con la partecipazione di Giuseppe Bronzini, Guido Cavalca, Elena Granaglia, Franco Ippolito, Serena Sorrentino, Cristina Tajani. Info sul sito www.fondazionebasso.it
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