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Il lato ruvido dei Punkreas

Il lato ruvido dei Punkreas

Intervista Il ritorno della band milanese in un disco con dodici brani e tanti ospiti: Stato Sociale, Modena City Ramblers, Shiva. «Siamo riusciti a recuperare l'immediatezza degli esordi»

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 20 giugno 2016

Rientro discografico per i Punkreas, che pubblicano il nuovo lavoro Il Lato Ruvido (Canapa Dischi/Rude Records/Garrincha Dischi). La formazione meneghina, che ricordiamo essere in attività fin dal 1989, prosegue senza esitazioni nel percorso punk-rock con il quale si è fatta conoscere. C’è sempre tanta elettricità dall’inizio alla fine dei dodici brani che compongono l’album, un disco dove la band sembra aver ritrovato uno smalto degno dei primi anni della carriera: energia ed adrenalina ben controllate, liriche mai banali che raccontano storie resistenti della quotidianità, sia sotto una prospettiva privata che collettiva.

La conferma arriva dalla parole di Noyse, nomignolo dietro cui si cela uno dei due chitarristi del gruppo: «Avevamo un progetto ambizioso: riuscire a recuperare l’immediatezza degli esordi, scrivendo musica in modo più viscerale e meno ragionato. Per poi poterlo coniugare con l’esperienza che abbiamo accumulato negli anni. L’intenzione era di mettere assieme le due cose, recuperando in questo modo quella che forse è la nostra dote migliore, quel ’lato ruvido’ che è poi diventato non a caso il titolo del disco».

I Punkreas riescono anche nel non facile compito di scrivere canzoni che ancora generano entusiasmo all’ascolto. È il caso della tirata e gradevole Dal tramonto all’alba e la ritmica ed ipnotica Mediterraneo coast to coast. Entrambe sono incisioni genuine e spontanee che arrivano dritte e senza fronzoli. Merito di un ritrovato entusiasmo anche durante le session di registrazione: «Abbiamo passato ore ed ore in sala ognuno nella propria postazione, per poi ritrovarci tutti insieme pronti a registrare al momento giusto, nel momento esatto in cui sentivamo che il pezzo era pronto. Questo è stato il modo migliore per incidere, molto simile a come lavoravamo tanti anni fa in epoca pre digitale. Arrivando ad includere forse delle note più sporche, ma sicuramente più sincere. Una grossa differenza rispetto a quanto successo negli ultimi dischi, dove spesso eravamo seduti davanti al computer a registrare. Suonare assieme è sicuramente tutta un’altra cosa».

Molti i «colleghi» ospiti: Lo Stato Sociale è dentro In fuga, i Modena City Ramblers sono a loro agio nell’irish punk di Modena Milano, mentre lo scrittore e fumettista Tito Faraci ha regalato alla band il testo di Picchia più duro. Anche un tocco hip hop con il giovane rapper Shiva a scandire ritmi e parole in Va bene così. Proprio queste due ultime canzoni, a rammentare la migliore tradizione delle struggle songs del punk, sono forse tra i momenti più riusciti dell’intera session. Dopo l’apparizione al concerto del primo maggio a Taranto, i Pandreas sono in tour sui palchi della penisola. Prossime date in programma: 25 giugno a Saronno, a luglio il 1 a Perugia, il 2 a Roma, l’8 a Milano e il 9 a Castelfranco Emilia.

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