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Il jazz italiano nel mondo

Il jazz italiano nel mondo

Musica Una serata con performance di sei gruppi, filmati e interventi per raccontare le iniziative del Midj

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 22 febbraio 2019

Cosa si può fare per promuovere gli artisti italiani, farli conoscere all’estero e creare occasioni concrete per la loro crescita? L’associazione nazionale dei jazzisti italiani (MIDJ) una risposta l’ha trovata: un programma di residenze internazionali (presso Istituti Italiani di Cultura ed Ambasciate) che ha coinvolto nel 2018 venti musicisti men che trentenni, provenienti da svariate regioni. Essi hanno trascorso quattro-sei settimane – agevolati da «tutor» esperti delle realtà culturali locali – in capitali e città africane (Addis Abeba, Nairobi, Dakar), americane (Toronto, Montreal, Città del Messico, Lima), europee (Sofia, Copenaghen, Budapest, Vienna, Lisbona, Stoccolma, Londra, Praga) ed asiatiche (Bangkok, Tokyo, Pechino).

UN’IDEA dei risultati dell’iniziativa «AIR (Artisti in residenza)» l’ha suggerita la serata conclusiva, tenutasi al teatro-studio G.Borgna (Parco della Musica). Una serata policroma con brevi filmati, sei gruppi musicali, vari interventi di chi ha reso possibile un programma innovativo che sta suscitando interesse ed ammirazione ed ha mobilitato – su ideazione e progettazione MIDJ – la SIAE con il suo contributo economico, due ministeri (Affari Esteri, Beni e Attività Culturali), Europe Jazz Network che ha fornito la «connessione» tra artisti e realtà/istituzioni del posto. AIR verrà, peraltro, riproposto nel 2019-’20 con lo stesso meccanismo di selezione (la scorsa edizione ha visto ottanta candidati, giudicati da commissioni di jazzisti) e la «trasparenza» degli abbinamenti musicista-sede, affidati a sorteggi pubblici.

LA SERATA è stata introdotta da Paolo Fresu (uno degli ideatori, anche se la prima residenza d’artista si deve a Paolo Damiani) che è a capo della Federazione il Jazz Italiano ed ha annunciato la nascita e l’adesione di altre due associazioni che riuniscono i fotografi (leader Pino Ninfa) e «Il jazz va a scuola», guidata da Ada Montellanico; quest’ultima ha anch’essa condotto la serata romana insieme all’attuale presidente di MIDJ, il pianista e compositore Simone Graziano. Tra gli interventi quello della dott.ssa Maria Luisa Pappalardo del Ministero Affari Esteri che ha inquadrato la partecipazione al progetto «AIR» nell’ambito del programma di promozione integrata «Italia, Culture, Africa» del 2019. La musica, il fulcro di tutto, ha offerto i sei gruppi costituiti con i venti «artisti in residenza», gruppi di grande valore tra cui si sono distinti per originalità il quartetto con Francesco Fiorenzani/Enrico Zanisi/Simone Di Benedetto/Federico Scettri, il raffinato trio Danilo Tarso/Anais Tecla Drago/Giovanni Perin e lo straordinario duo Alessandro Lanzoni/Gabriele Mitelli. Come ha affermato Giambattista Tofoni (EJN), grazie anche ad AIR «sta cambiando la percezione del jazz italiano in Europa e nel mondo», un jazz che è in grado di connettere storie e di saperle raccontare, insieme.

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