Il governo salva i cantieri. Più controlli su fondi e lavoro
Superbonus Le nuove norme sugli incentivi che hanno fatto superare al settore edilizio i livelli del pre-pandemia
Superbonus Le nuove norme sugli incentivi che hanno fatto superare al settore edilizio i livelli del pre-pandemia
Innanzitutto, i numeri. Secondo i dati diffusi da Istat ed Eurostat, per il quinto mese consecutivo la produzione edile è in crescita. Già alla fine dello scorso anno il settore ha superato i livelli pre-pandemia: recupera la flessione del 2020 e sorpassa del 14,3% le cifre registrate nel 2019. Il boom dell’edilizia e la crescita negli ultimi cinque mesi, hanno contribuito al rush finale del Pil, che nell’ultimo trimestre del 2021 ha segnato un inatteso più 0,6% archiviando il 2021 a più 6,5%.
SI TRATTA dell’indiscutibile effetto degli incentivi alle ristrutturazioni e soprattutto del Superbonus al 110% per rendere efficienti i fabbricati in nome della transizione energetica. Alla misura che vale 38 miliardi nel corso dei prossimi anni si imputano eccessive truffe, regole lasche che consentirebbero speculazioni pur se perfettamente legali, la tendenza a favorire i proprietari di case di lusso e le banche e i grandi gruppi nel mercato parallelo dei crediti d’imposta.
IL GOVERNO, dopo giorni di indecisione e schermaglie tra le forze della maggioranza, ha deciso di intervenire. Ma ha scelto anche di scongiurare il blocco dei cantieri nato dopo i primi provvedimenti anti-frodi che avevano messo un limite proprio alla cessione dei crediti. Tanto che le banche meno attrezzate, ma anche colossi come Poste e Cassa depositi e prestiti, avevano deciso di bloccare temporaneamente le nuove acquisizioni di crediti in attesa di un chiarimento. Il decreto ad hoc approvato ieri (titolo: «Misure urgenti per il contrasto alle frodi in materia edilizia») dice che le cessioni multiple di crediti fiscali tornano possibili, ma con limiti e sanzioni più dure per chi si rende colpevole truffa.
IN BASE ALLE NUOVE norme, che si applicano alle cessioni inviate all’Agenzia delle entrate dal primo maggio 2022, la circolazione dei crediti può riprendere, ma dopo quella del primo richiedente (chi ha commissionato i lavori). Sono consentite soltanto «due ulteriori cessioni» e solo se effettuate «a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo». Si introduce un meccanismo di tracciabilità: «Al credito è attribuito un codice identificativo univoco, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni», dice il decreto. Per scoraggiare chi tenta di farsi rimborsare spese fittizie o gonfiate, vengono introdotte nuove multe (da 50 a 100 mila euro) e l’arresto (con il rischio di reclusione da due a cinque anni) per il «tecnico abilitato» che, nelle asseverazioni necessarie per ottenere i bonus edilizi, «espone informazioni false o omette di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione», oppure «attesta falsamente la congruità delle spese». Dal M5S, che ha fatto del Superbonus una bandiera, esultano. Ma alcuni parlamentari grillini chiedono che vengano eliminate le restrizioni temporali per i lavori nelle case indipendenti, quelle che sulla base dei report finora disponibili si accaparrano la maggior parte dei fondi a scapito dei condomini, soggetti ad adempimenti burocratici e restrizioni tecniche molto maggiori.
OLTRE AL TENTATIVO di arginare le frodi, l’esecutivo ha raccolto le proposte del ministro del lavoro Andrea Orlando che obbligano le imprese che vogliano accedere all’incentivo ad applicare il contratto nazionale di lavoro del settore, soprattutto rispetto alla sicurezza. La norma obbliga le imprese a garantire «formazione e maggiore sicurezza». Non verranno riconosciuti ai fini degli incentivi i lavori «eseguiti da datori di lavoro che non applicano i contratti collettivi del settore edile, nazionale e territoriali, stipulati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale», si legge nel dispositivo approvato questa sera. E il contratto collettivo applicato, prevede il testo, «deve essere indicato nell’atto di affidamento dei lavori e riportato nelle fatture emesse in relazione all’esecuzione dei lavori». La regolarità dei contratti sarà verificata dall’Agenzia delle entrate insieme a Ispettorato nazionale del lavoro, Inps e Casse edili. «È una decisione molto importante – commenta Orlando dopo il consiglio dei ministri – Con il Superbonus e con i bonus che sono stati erogati in questo ambito sono cresciute le imprese, ma spesso è cresciuta anche l’improvvisazione attraverso la quale si è reclutata manodopera. Tutto questo a scapito della sicurezza e della condizione dei lavoratori nei cantieri».
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