Dal suo insediamento il governo Meloni, seppure sollecitato, non ha dato un cenno di attenzione alle varie attività che coinvolgono le Associazioni delle vittime del terrorismo e i vari ministeri.

Ora, avvicinandosi il 9 maggio, giornata per ricordare le vittime del terrorismo e delle stragi, che si celebrerà al Quirinale, e dobbiamo per questo ringraziare la sensibilità del Presidente Mattarella, abbiamo il rinnovo del Comitato Consultivo per l’attuazione della Direttiva Renzi/Draghi, sulla declassificazione degli atti su vari episodi di terrorismo e di stragi.

Un Comitato che aspettava il suo rinnovo dall’ottobre scorso; oggi ci troviamo però di fronte ad un allargamento-stravolgimento senza trasparenza nelle motivazioni e che addirittura porta alla presenza di due Associazioni riferentesi alla strage di Ustica.
E allora vale la pena ricordare la storia di questo Comitato nel quale le Associazioni delle vittime hanno partecipato in virtù della loro rappresentanza effettiva, riconosciuta anche in atti dalla Presidenza della Repubblica. E bisogna sottolinearne il ruolo di protagoniste, accanto e insieme alla Presidenza del Consiglio, nell’intera vicenda delle direttive Renzi/ Draghi, fin dai primi dialoghi con il mondo archivistico che portò ad uno stanziamento di 600 mila euro per le necessità di attuazione della direttiva stessa. Presidenza del Consiglio e Associazioni hanno poi dato vita al Comitato Consultivo, chiamando anche al tavolo figure di conclamata esperienza di studio e ricerca.

In tempi più recenti, è sempre dal dialogo tra Governo e Associazioni che nasce l’allargamento del campo di riferimento delle Direttive, anche alla documentazione riguardante le attività della Loggia P2 e di Gladio. Allora deve essere chiaro che il provvedimento di questi giorni rompe il legame di collaborazione effettiva e positiva che è l’essenza del Comitato stesso. Si introducono nuove figure senza esplicitare né i criteri né gli obiettivi di scelta.

Si dice “squadra che vince non si cambia” e dal momento che fino ad ora tutti i giudizi sui lavori del Comitato erano positivi e considerevoli nel complesso i risultati ottenuti, si può chiedere conto del senso dell’operazione. Tanto più che siamo di fronte a un fatto clamoroso e inaccettabile: nella nuova composizione del Comitato compaiono i rappresentati di una Associazione, composta da un solo familiare, da ex militari dell’Aeronautica, per lo più inquisiti o loro eredi di cui non si conoscono attività di supporto ai parenti delle vittime. Una Associazione che vive soltanto per sostenere la tesi, depistante, della bomba araba come causa della caduta del DC9 Itavia.

E per la cronaca, reputo offensivo per me, ma anche per l’intelligenza di chi la fornisce, la giustificazione che l’associazione predetta ha fatto domanda…. Basta una domanda per essere ammessi a un tavolo ufficiale della Presidenza del Consiglio su questioni di così grande rilevanza?

La verità è che si è fatta una scelta politica, che deve essere considerata in tutta la sua gravità: il Governo non aderendo evidentemente a nessun criterio di rappresentanza formale, di nessuna presenza di tutela a favore delle vittime, a nessun impegno storico per verità e giustizia, nemmeno nelle fasi di indagini e processuali, ha soltanto fatto la scelta tutta ideologica di dare spazio all’ipotesi bomba con tutto quello che ne consegue.

E questo diventa ancora più grave sul piano formale proprio quando è aperta una inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Roma sulla Strage di Ustica, dopo che il Presidente Cossiga ha sostenuto, confermando nei fatti conclusioni già raggiunte dalla magistratura con la sentenza ordinanza del giudice Priore, che il DC9 è stato abbattuto dai francesi.

Un governo – questo è il punto – non può in nessun modo mostrare di avere a cuore una conclusione. E in più si tratta di un’ipotesi pesantemente depistante perché ricordiamoci che voler collocare una bomba sul DC9 Itavia vuol dire aprire una porta a quel “Ustica chiama Bologna” (bomba araba qua e là) che è l’estremo baluardo neofascista per la difesa dei condannati per la strage della stazione di Bologna.

Con particolare attenzione ed allarme, guardiamoci attorno: si fanno leggi ad personam per accaparrarsi la Presidenza Rai, si commissariano gli Enti, con le nomine si vuol scardinare la verità e depistare. Il fascismo non è soltanto camicia nera e ritratto di Mussolini, l’attacco alla democrazia può venire dalla violenza diffusa contro le istituzioni, le organizzazioni civili, dalla conquista in qualsiasi modo degli spazi, dal non rispetto delle regole, delle sentenze.