Lavoro

Il governo blocca i pm di Taranto con un nuovo decreto legge

Il governo blocca i pm di Taranto con un nuovo decreto leggeRenzi in visita all'Italcementi di Brescia nel novembre 2014 – Lapresse

Il caso Nelle pieghe del decreto sui fallimenti vengono pesantemente allentate le norme per la sicurezza del lavoro contro il sequestro dell'altoforno deciso dal gip dopo la morte dell'operaio tarantino Morricella l'8 giugno scorso

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 24 luglio 2015

Proprio nelle stesse ore in cui il gup Vilma Gilli decideva per il rinvio a giudizio dei 44 imputati nel processo «Ambiente Svenduto» sul presunto disastro ambientale causato dall’Ilva di Taranto, la Camera approvava la questione di fiducia posta dal Governo sul decreto legge fallimenti. I voti favorevoli sono stati 355, i contrari 188, un astenuto.

La norma ora passa alla camera, dove dovrebbe approdare in aula nella settimana dal 3 al 7 agosto.

Ma cosa c’entra l’Ilva con il decreto legge sui fallimenti? C’entra eccome, visto che il governo ha inserito nel testo l’articolo 3 sulla continuità aziendale originariamente previsto dal Dl Ilva-Fincantieri approvato a inizio luglio e che adesso andrà in decadenza.

Nel testo approvato ieri è infatti previsto che per le aziende di interesse strategico nazionale, come ad esempio l’Ilva di Taranto, il sequestro giudiziario relativo a ipotesi di reato riguardanti la sicurezza dei lavoratori non può impedire l’esercizio dell’attività di impresa se entro 30 giorni viene predisposto un piano di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro. Tale piano è trasmesso ai vigili del fuoco, alla Asl e all’Inail per le rispettive attività di vigilanza e controllo che devono garantire un monitoraggio costante degli impianti oggetto di sequestro anche tramite ispezioni dirette a verificarne l’attuazione.

Una norma varata anche a seguito dello stop imposto dalla magistratura all’altoforno 2 dell’Ilva di Taranto, a cui invece governo e azienda si oppongono fermamente.

Secondo la procura ionica infatti, l’incidente che lo scorso 8 giugno causò la morte dell’operaio 35enne Alessandro Morricella è stato causato dal fatto che l’impianto in questione non disporrebbe dei requisiti minimi di sicurezza: da qui la decisione del pm De Luca, titolare dell’inchiesta di omicidio colposo che vede 10 indagati tra cui il direttore dello stabilimento Ruggero Cola, di sequestrare senza facoltà d’uso l’altoforno 2. Decisione poi confermata dal gip Rosati che ha disposto lo stop dell’impianto, appellandosi nei giorni scorsi alla Corte Costituzionale, dopo aver evidenziato tratti di incostituzionalità nell’intervento del governo tramite decreto legge. Secondo l’azienda invece, come confermato ieri dai tre commissari straordinari in audizione davanti alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, l’incidente avrebbe avuto origine da un’errata manovra umana.

Tornando al decreto legge sui fallimenti, esso prevede anche facilitazioni per l’accesso al credito da parte dell’impresa che abbia chiesto il concordato preventivo, richieste di finanziamento con beneficio della prededuzione e livello minimo, fissato al 20%, dei debiti chirografari, per far sì che la proposta di concordato possa essere accolta. Il decreto legge interviene, tra l’altro, sulla Legge fallimentare del 1942 e sul funzionamento dell’amministrazione giudiziaria.

Viene inoltre stabilito che le banche che vantino crediti di modesta entità non potranno opporsi ad accordi di ristrutturazione che vedano l’adesione delle banche creditrici maggiormente esposte.
Il provvedimento modifica infine anche la disciplina fiscale delle svalutazioni e delle perdite su crediti di banche, enti e finanziari e imprese assicurative (consentendo in particolare la deducibilità in un unico esercizio, rispetto ai precedenti cinque anni).

 

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