«È come se avessero bombardato di nuovo il parlamento» ha detto Sezgin Tanrikulu, deputato del Partito repubblicano del popolo (Chp), il maggior partito d’opposizione, poche ore dopo la diffusione della notizia dell’arresto di 14 parlamentari del Partito democratico dei popoli (Hdp), il partito filocurdo e di sinistra libertaria di Selahattin Demirtas. Dichiarazioni che si susseguivano, mentre a Diyarbakir un’autobomba colpiva l’edificio che ospita l’antiterrorismo, provocando almeno 8 morti. Dalla sera prima le autorità avevano reso irraggiungibili i social network e limitava i servizi di WhatsApp e Instagram. Ieri in Turchia è accaduto quello che ci si aspettava dal 7 giugno...