Il Gip conferma gli arresti «Adriatici è pericoloso»
Voghera violenta Un testimone ha visto l’assessore prendere la mira
Voghera violenta Un testimone ha visto l’assessore prendere la mira
Per sua stessa ammissione, al momento di sparare e uccidere Youns El Bossettiaou Massimo Adriatici era «lucido e consapevole delle proprie azioni», scrive il Gip del tribunale di Pavia nell’ordinanza che conferma gli arresti domiciliari per l’assessore (autosospeso) alla sicurezza di Voghera. Il giudice parla anche di «pericolosità dell’indagato» vista la sua attitudine a «porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazione di criticità». E scrive che il comportamento dell’avvocato ed ex poliziotto «appare decisamente spropositata a fronte di un uomo che lo stava aggredendo disarmato».
I DIFENSORI di Adriatici fanno sapere che il loro assistito al momento si trova in una località tenuta nascosta perché teme per la sua incolumità dopo che lui stesso ha divulgato immagini della sua abitazione. La decisione del Gip in qualche modo era attesa. Non la considera soddisfacente Debora Piazza, legale della famiglia della vittima. Soprattutto per il modo in cui si è sviluppata, dal capo di imputazione (che resta «eccesso colposo in legittima difesa» in aperta contraddizione logica con il rischio di reiterazione del reato sottolineato dallo stesso pubblico ministero) alla gestione dell’inchiesta e delle perizie. «Questa è la prima volta in oltre quindici anni di professione che vedo un omicida agli arresti domiciliari sin dal momento del fatto – dice Piazza al manifesto – In tutti i miei processi la qualificazione giuridica è sempre omicidio, poi si fanno le indagini, le perizie balistiche, le autopsie (con calma), e poi al limite si riqualifica, dopo le indagini, mai prima. Il Gip non aveva altra scelta che mandarlo ai domiciliari, perché il Pm ha chiesto quella misura e non il carcere. A mio avviso un’inspiegabile scelta della Procura sulla qualificazione del fatto».
IERI È VENUTA fuori una nuova testimonianza, raccolta dai legali della famiglia della vittima dalla difesa. Racconta che l’assessore avrebbe teso il braccio sparando e «prendendo la mira». Il che sarebbe in contraddizione con la versione del corpo partito in maniera accidentale fornita in un primo momento da Adriatici.
DA PARTE dei legali di Adriatici, invece si lamenta il fatto che qualcuno stia cercando di «politicizzare» questa storia che dovrebbe rimanere soltanto un dramma privato, anche in riferimento alla manifestazione antirazzista che ha attraversato ieri Voghera. Il che è abbastanza singolare, dal momento che il primo ad aver utilizzato politicamente la attività di vigilantes è stato proprio Adriatici, che da tempo ogni sera verso le 17 si imbarcava in una vistosa ronda in solitaria alla caccia dei portatori di degrado della zona intorno alla stazione ferroviaria della città di cui era poi divenuto assessore alla sicurezza nonostante fosse risultato secondo tra i non eletti alle ultime elezioni comunali. I suoi obiettivi erano El Bossettiaou e altri come lui (non molti, riferiscono le cronache locali: i senza fissa dimora si contano sulle dita di una mano). In questa veste, nel suo ruolo di esponente politico, Adriatici aveva montato un’emergenza attorno a un problema abbastanza circoscritto. È stato travolto da un problema che lui stesso aveva ingigantito fino ad entrare con in conflitto con esponenti delle forze dell’ordine.
OLTRE LA SFERA locale, poi, da subito ha «politicizzato» la vicenda il leader della Lega Matteo Salvini, che ancora ieri ha detto al Corriere della sera, parlando di El Bossettiaou: «Se fosse stato espulso come disposto da tempo ora saremmo qui a parlare d’altro». La vittima, insomma, era colpevole a prescindere per il fatto di esistere. A «politicizzare» la vicenda ci pensa anche la sindaca di Voghera Paola Garlaschelli, che ha assunto la delega alla sicurezza dopo l’autosospensione di Adriatici e che ieri ha ribadito la sua stima nei confronti dello sparatore in una lettera inviata ai cittadini che invita all’unità e alla moderazione ma pareva pensata per spargere diffidenza sugli antirazzisti: «Una persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi, è stato travolto da un fatto tragico», scrive tra l’altro Garlaschelli di Adriatici. E che dire delle parole (poi smentite) raccolte dal Foglio dell’assessora al commercio, la leghista Francesca Miracca a proposito della manifestazione antirazzista: «Domani spariamo davvero, mi sa: assoldo i miei operai e scendiamo noi in piazza».
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