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Il giorno del ricordo sia un momento di memoria di tutte le memorie

31 luglio 1942, soldati italiani fucilano cinque abitanti del villaggio di Dane in Slovenia, foto Museo storico di Lubiana31 luglio 1942, soldati italiani fucilano cinque abitanti del villaggio di Dane in Slovenia – foto Museo storico di Lubiana

Commenti Non si faccia del Giorno del Ricordo in Italia un momento di ulteriore strappo, di divisione fra gli italiani e fra gli italiani, gli sloveni e i croati

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 21 gennaio 2023

Vorrei dire con chiarezza che condanniamo le esecuzioni sommarie nelle foibe, causate, secondo gli storici, in tanti casi da scelte politiche legate alla liberazione e alla rivoluzione in corso in Jugoslavia, in altri casi da una cieca volontà di vendetta, in altri casi ancora da personali regolamenti di conti, una tragedia che colpì anche tanti innocenti e che va riconosciuta; guardiamo con profondo rispetto il dramma dell’esodo che ha colpito tanti italiani dell’Istria e della Dalmazia.

Sappiamo bene che nelle diverse circostanze del 1943 e del 1945 e con diversi protagonisti ci fu in Istria, in Slovenia e in Italia un clima di resa dei conti contro i fascisti e contro lo Stato fascista di cui fu vittima anche chi non aveva alcuna responsabilità personale.

Ma denunciamo assieme che, dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo in Italia in memoria delle vittime delle foibe, del dramma dell’esodo e – dice la legge – della più complessa vicenda del confine orientale, con una legge del 2004 nella data del 10 febbraio, vi sono state e vi sono esagerazioni di ogni genere e strumentalizzazioni tese non a stabilire la verità storica ma a costruire su quei drammi forme simboliche di identità politica e nazionale. È esattamente un caso di memoria di parte.

In Italia c’è un giorno del ricordo dei crimini delle foibe e del dramma dell’esodo. Ma non c’è un giorno del ricordo dell’invasione italiana alla Jugoslavia, non c’è un giorno del ricordo dei massacri italiani che ne seguirono, non c’è un giorno del ricordo delle centinaia e centinaia di donne, partigiane, staffette o semplici cittadine seviziate e uccise dai nazifascisti in Italia, non c’è un giorno del ricordo dei crimini della X Mas italiana, che collaborava con i nazisti, non c’è un giorno del ricorso dell’occupazione della Carnia da parte delle armate cosacche al servizio del Terzo Reich, non c’è un giorno del ricordo degli oltre 600mila internati militari italiani in Germania, molti dei quali non tornarono.

Non solo, c’è una sorta di cancellazione di tutto ciò dalla memoria pubblica, a cominciare dalle colpe mai espiate dei criminali di guerra italiani nella ex Jugoslavia.

Noi proponiamo proprio questo: non si faccia del Giorno del Ricordo in Italia un momento di ulteriore strappo, di divisione fra gli italiani e fra gli italiani, gli sloveni e i croati.

Sia davvero una giornata di memoria osservante di tutte le memorie: delle foibe, dell’esodo, delle stragi operate in Slovenia e in Croazia, dei morti nei campi di internamento. Sia una giornata di rispetto e non di oltraggio, di analisi storica e non di propaganda, di fraternità e non di odio, di pace e non di guerra.

Questo è il messaggio che ci permettiamo di inviare alle autorità italiane.

* Proponiamo un passaggio dell’intervento del Presidente nazionale ANPI al convegno sulle foibe svoltosi ieri 20 gennaio a Zagabria, presso la Casa dei giornalisti. Sono intervenuti, oltre a Pagliarulo, i Presidenti delle Associazioni Partigiane della Croazia (SABA) e della Slovenia (ZZ Nob) e vari storici tra cui l’italiano Federico Tenca Montini.

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