Visioni

Il gioco dei Mood

Il gioco dei MoodI Mood

Note sparse La giovanissima formazione emiliana al secondo album, un vigoroso concentrato di math rock dal titolo «Out Loud»

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 28 giugno 2017

Il verbo inglese to play in italiano significa suonare, ma anche giocare. Forse in virtù della giovanissima età, pare che i Mood se ne ricordino meglio di molti altri. Il loro math rock strumentale, ispirato a band culto come Battles e Don Caballero, suona vivace, coloratissimo, ricco di variazioni e cambi di tempo. Brani come Zucchero di canna o Banjingo (il primo singolo) esprimono tutta la freschezza di due ventenni che si divertono per davvero a fare musica. È evidente la maturazione rispetto all’omonimo (e già notevole) esordio Mood del 2015. La vera  forza dei giovanissimi musicisti emiliani è quella di essere solo in due: Daniele Maini (alla batteria) e Francesco Molinari con chitarre, effetti, loop station, condensano nelle nove tracce moltissime idee e spunti, senza mai perdere compattezza ed efficacia. Anzi: l’approccio è molto diretto, tanto che il duo in concerto ama scendere dal palco e interagire con il pubblico. La libertà con cui suonano i Mood è qualcosa di cui si sente sempre più il bisogno nell’asfittico mondo della musica alternativa italiana.

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