Il Giappone e l’universo di Mad Max
Maboroshi Il prequel ambientato nella wasteland australiana, è il primo non nipponico ad essere salito in vetta al box office dell'arcipelago nel 2024
Maboroshi Il prequel ambientato nella wasteland australiana, è il primo non nipponico ad essere salito in vetta al box office dell'arcipelago nel 2024
Per certi versi non è una sorpresa che Furiosa: A Mad Max Saga abbia debuttato al primo posto al botteghino giapponese dello scorso fine settimana. Con circa 318 milioni di yen (quasi 2 milioni di euro) d’incasso in tre giorni di programmazione, il prequel ambientato nella wasteland australiana è stato anche il primo lungometraggio non giapponese ad essere salito in vetta al box office dell’arcipelago durante questo 2024. Non è una sorpresa perché l’universo creato da George Miller nel 1979 ha continuato, in tutti questi decenni, ad affascinare migliaia di spettatori e influenzare artisti e creativi del Sol Levante. Da film d’azione che cercavano di emularne lo stile, soprattutto lungometraggi a basso costo targati Toei usciti durante gli anni ottanta che presentavano spettacolari inseguimenti di macchine, al mondo punk apocalittico creato da Ishii Gakuryu (ex Sogo) in Burst City nel 1982. Ma anche vestiti e abbigliamento per motociclisti, elaborazioni per automobili e motociclette, finanche raduni annuali di appassionati di Mad Max e viaggi nei luoghi «storici» dove sono stati filmati i primi tre capitoli della saga milleriana.
NON C’E’ DUBBIO però che l’opera che più ha pescato a piene mani nell’universo di Mad Max e dei suoi personaggi sia stato il manga Hokuto no Ken (Ken il guerriero). Il suo creatore, il mangaka Hara Tetsuo, ha più volte dichiarato come per la realizzazione del manga prima e della popolare serie animata poi, si sia ispirato alla wasteland creata da Miller, soprattutto per i suoi due primi lungometraggi. È abbastanza noto come il protagonista del manga, Kenshiro, sia una sorta di ibrido fra Bruce Lee, soprattutto per l’uso delle arti marziali, e Max Rockatansky, tanto per l’abbigliamento, tanto per alcuni tratti del suo carattere, taciturno e stoico così come rappresentato specialmente nel secondo lungometraggio della saga, Mad Max 2 – Interceptor. Ma la serie animata e il manga si spingono ben oltre ad una semplice ispirazione di facciata, Hara e Buronson, lo sceneggiatore scelto per scrivere le storie del manga, dal mondo di Mad Max hanno pescato infatti a piene mani anche per realizzare gli altri personaggi che popolano il mondo di Ken il guerriero, nonché per l’ambientazione post-apocalittica della storia. Ad un certo punto, questa profonda influenza di Mad Max sulla cultura pop giapponese degli ultimi decenni, che include anche il creatore di videogiochi Kojima Hideo, un super appassionato della serie, sembrava avesse trovato la chiusura del cerchio qualche anno fa, quando di Furiosa era stata pianificata un’animazione da far uscire contemporaneamente a Mad Max: Fury Road.
UNO DEI MIGLIORI animatori e registi di animazioni sulla piazza, Maeda Mahiro, che aveva già creato il concept art per Fury Road, era stato incaricato anche di realizzare alcuni disegni di preparazione e presentazione di questo ambizioso progetto animato, del quale purtroppo alla fine non se ne fece nulla. Di quel lavoro però sono rimaste alcune idee e alcuni spunti visivi che sono stati ripresi e utilizzati nel lungometraggio dedicato a Furiosa ora nelle sale. Fra questi si ricordi ad esempio l’orsacchiotto portato con sé e custodito con cura da Dementus, il personaggio interpretato da Chris Hemsworth.
Lo stesso Miller, in una recente conversazione con Hara pubblicata sulla rivista specializzata Eiga Hiho, ha dichiarato che se inizialmente il mondo di Mad Max ha influenzato molti artisti giapponesi, ora è vero anche il contrario, cioè che il Giappone ha finito per influenzare in molte sue parti la realizzazione di Furiosa: A Mad Max Saga.
matteo.boscarol@gmail.com
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento