Il futuro è femminile
L'impaziente inglese È difficile ricordare i numerosi anni prima dell’esistenza dei Marvel Studios. «Avengers» è uscito nel 2012, solo sette anni fa. La Black Widow di Scarlett Johansson appare già in «Iron […]
L'impaziente inglese È difficile ricordare i numerosi anni prima dell’esistenza dei Marvel Studios. «Avengers» è uscito nel 2012, solo sette anni fa. La Black Widow di Scarlett Johansson appare già in «Iron […]
È difficile ricordare i numerosi anni prima dell’esistenza dei Marvel Studios. «Avengers» è uscito nel 2012, solo sette anni fa. La Black Widow di Scarlett Johansson appare già in «Iron Man 2», uscito nel 2010 – il suo ruolo era undercover. Tony Stark (Robert Downey Jr) sta guardando foto di lei in abbigliamento intimo mentre Natasha testa le sue abilità di lottatrice contro Happy. Chi è? Chiede lui. ‘Una causa costosa per molestie sessuali se non smetti di guardarla così’ gli risponde Gwyneth Paltrow. Umorismo del mondo pre-#MeToo. E il poster di «Avengers» fa discutere con l’unica Avenger femminile girata di schiena per offrire una bella prospettiva del suo lato B.
In molti volevano vedere di più di «Black Widow» – un film intero – ma la Marvel ha resistito. Tre film di Captain America, tre di Iron Man, tre di Thor e neanche un cenno a Black Widow. Ma poi arriva DC con «Wonder Woman» di Patty Jenkins con Gal Gadot nei panni della regina amazzoniana e tutta la logica sessista che sostiene l’idea che un pubblico non vuole un supereroe femminile crolla nelle polvere come la metà dei personaggi di «Infinity War». Wonder Woman non è stata solo una hit ma ha aperto una discussione, diventando quasi un movimento.
«Black Panther» ha avuto un effetto simile: questi film non sono più giudicati semplicemente come film ma come delle cause. La verità è che entrambi i film sono buoni ma non grandi. Ma non è questo il punto. Il fatto di esistere è già una vittoria di visibilità, di diversità, e scrivere critiche sulla fragilità del terzo atto o dell’azione, diventa irrilevante.
Con «Captain Marvel» è arrivato un genere di backlash – di rinculo – in cui le guerre culturali, i mostri di gamergate ed gli involontariamente celibi – gli incel – si incontrano per gettare fango sul film e su Brie Larson che ha commesso il crimine di non sorridere abbastanza (così dicono questi allegri ragazzi), una campagna per riconquistare il fumetto come universo che entra solo nella sfera maschile, e per di più maschilista.
Adesso con l’arrivo questa settimana del nuovo capitolo della saga di X-Men: «Dark Phoenix» con Sophie Turner e «Wonder Woman 1984» l’anno prossimo sembra che il futuro sia davvero femminile. Guardate come anche «Il Trono di Spade» si sia sviluppato dal soft porn della prima stagione all’ultima in cui gli unici personaggi interessanti sono tutte figure femminili, in particolare Sansa di Sophie Turner.
E «Black Widow»? Mia figlia mi ha scritto dalla Norvegia dove ha appena visto Scarlett Johansson girare un film in segreto. Che cosa può essere?
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