Il Dl Carburanti ha passato la prova la fiducia della Camera (174 voti a favore e 107 contrari). Oggi al Senato è previsto il via libera definitivo.

Dopo le modifiche in commissione, gli esercenti dovranno esporre il prezzo medio e il ministero dovrà predisporre una App per permettere agli utenti di conoscere i prezzi. Il testo prevede sanzioni agli esercenti dai 200 ai 2 mila euro. Per far scattare la sanzione, serviranno almeno quattro mancate esposizioni dei prezzi in sessanta giorni. Un garante nominato ad hoc dovrà predisporre una relazione trimestrale sull’andamento dei prezzi. Torna l’accisa mobile, in base alla quale le imposte sulla benzina si riducono in maniera proporzionale all’aumento dei prezzi, per le maggiori entrate dell’Iva.

Il provvedimento era stato bocciato da distributori ed esercenti oltre che dall’antitrust. Per il capogruppo Pd in commissione trasporti, Anthony Barbagallo il decreto è «iniquo e dannoso»: non un taglio delle accise e dell’Iva, «come annunciato in campagna elettorale da Giorgia Meloni, ma una clamorosa marcia indietro con una norma che non proroga neanche lo sconto sui carburanti». Bruno Bearzi, presidente della Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti, sostiene che il prezzo medio «sarà un danno per i consumatori e potrebbe provocare un aumento dell’inflazione».

Giovedì tutte le associazioni di categorie dei gestori valuteranno come continuare nelle azioni di protesta. Il governo prova a rilanciare chiedendo loro un contributo per riformare la rete. «Di sicuro – riconosce Bearzi – la rete italiana è ridondante, almeno 8-10 mila impianti andrebbero chiusi e quelli che restano vanno modernizzati».