Italia

Il discorso mediterraneo di Mattarella

Il discorso mediterraneo di MattarellaUn migrante in Libia mostra il suo documento d'identità – Reuters

Migranti Niente aiuti allo sviluppo. E ora i 330 morti al largo delle coste libiche serviranno a fermare l’inutile missione Triton?

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 12 febbraio 2015

I 330 morti al largo delle coste libiche serviranno a fermare l’inutile missione Triton? L’operazione «non è all’altezza dei compiti che deve svolgere» ha dichiarato il Commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, aggiungendo che «la tragedia consumatasi nel Mediterraneo è un’altra sciagura che poteva essere evitata. L’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace». Torna drammaticamente alla ribalta dunque la chiusura dell’operazione Mare Nostrum che, con i suoi limiti, aveva comunque salvato migliaia di vite umane, come ha anche sottolineato Muiznieks affermando che l’Unione europea dovrebbe prenderla come esempio. Ma il Commissario non si è limitato a questo, ha anche voluto sottolineare come l’Europa dovrebbe cambiare approccio, «dando maggiore peso ai diritti umani, e non solo alla sicurezza», diversificando ed aumentando le vie legali cui le persone possono ricorrere per arrivare sul continente e chiedere asilo.

La gestione dei flussi migratori è però solo uno degli aspetti di un quadro molto più complesso ed integrato composto da diversi tasselli: l’arco di crisi che abbraccia l’Europa dalla crisi ucraina sino alle guerre in Medio Oriente e nel nord Africa, include tra le sue cause il progressivo deterioramento delle politiche di aiuto alla sviluppo di matrice comunitaria, oramai ridotte ad un misero 0,3 % del bilancio Ue, all’interno del quale spicca la maglia nera italiana con uno 0,2. A questo proposito c’è un passaggio poco commentato del discorso di investitura del nuovo Capo dello Stato che, invece, in controtendenza con il disimpegno in questo settore, cita testualmente la cooperazione ed i cooperanti come risorsa fondamentale per una rilancio del ruolo nazionale in Europa e nel mondo: «L’affermazione dei diritti di cittadinanza rappresenta il consolidamento del grande spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Le guerre, gli attentati, le persecuzioni politiche, etniche e religiose, la miseria e le carestie generano ingenti masse di profughi. Milioni di individui e famiglie in fuga dalle proprie case che cercano salvezza e futuro proprio nell’Europa del diritto e della democrazia. È questa un’emergenza umanitaria, grave e dolorosa, che deve vedere l’Unione Europea più attenta, impegnata e solidale. L’Italia ha fatto e sta facendo bene la sua parte e siamo grati a tutti i nostri operatori, ai vari livelli, per l’impegno generoso con cui fronteggiano questo drammatico esodo. A livello internazionale la meritoria e indispensabile azione di mantenimento della pace, che vede impegnati i nostri militari in tante missioni, deve essere consolidata con un’azione di ricostruzione politica, economica, sociale e culturale, senza la quale ogni sforzo è destinato a vanificarsi… Desidero rivolgere un pensiero ai civili impegnati, in zone spesso rischiose, nella preziosa opera di cooperazione e di aiuto allo sviluppo».

Ecco allora, nelle parole del Capo dello Stato, la necessità programmatica di rilanciare un settore della politica estera che va rafforzato con convinzione e soprattutto con iniezioni di fondi all’altezza del ruolo che dovrebbe svolgere il nostro Paese. Noi auspichiamo certamente la ripresa di Mare Nostrum, l’apertura di corridoi umanitari che possano assicurare ai profughi una trasbordo sicuro dalle coste martoriare del nord Africa ai porti del Mediterraneo dove un sistema di accoglienza basato sul Diritto internazionale dei Diritti umani e di Asilo possa assicurare loro ciò che meritano. Ma questo quadro sarebbe monco se non si combinasse con una decisa ripresa delle azioni diplomatiche volte a ristabilire la pace nelle zone di guerra guerreggiata, ed anche di quelle a sostegno delle fragili pratiche di democrazia locali che comunque in questi Paesi ci sono e vivono anche di partenariato con la società civile europea. Per queste azioni c’è bisogni di fondi pubblici, di un rinnovato impegno politico degli Stati e Governi dei Paesi industrializzati, specie europei, che devono trovare le risorse per portare il loro Aiuto Pubblico allo Sviluppo alle percentuale concordate in sede di Nazioni Unite, cioè almeno allo 0,7 %, meno di un quarto di ciò che si spende correntemente per gli armamenti. Solo con queste modalità combinate il Mediterraneo potrà tornare ad essere realmente un Mare Nostrum cioè di tutti quelli che lo solcano in pace, senza diventate una tomba per molti di loro.

* Terre des Hommes

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento